Era l'alba del primo giorno dopo il sabato e io andavo là per onorare ancora una volta Colui che mi aveva liberato da una vita di peccato.
del 23 marzo 2008
Era lento il mio passo, mentre triste mi recavo al sepolcro
dove avevano sepolto il mio Ges√π.
Non era suo, ma di Giuseppe d’Arimatea:
Gesù era nato fuori della città come tutti i poveri, al margine, come loro,
nato alla periferia come i figli degli operai.
Anche il sepolcro era in periferia, fuori dalla città, preso in prestito.
Il Figlio di Dio non aveva avuto una casa per nascere
ma neppure un sepolcro per essere sepolto
Era l’alba del primo giorno dopo il sabato
e io andavo là per onorare ancora una volta Colui
che mi aveva liberato da una vita di peccato.
L’avevano sepolto in un giardino pieno dei fiori di primavera
ma i loro colori per me erano muti, non mi dicevano niente,
sapevano di morte.
Ero sola in quella mattina, immersa nel buio,
sola a piangere il mio Ges√π.
Nel chiarore dell’alba, che stava per iniziare,
mi sono accorta che la pietra che chiudeva il sepolcro
era stata ribaltata!
Non sono entrata ma sono andata di corsa da Pietro e da Giovanni:
“Hanno portato via il Signore e non so dove l’hanno messo” 
e poi sono tornata là, ma prima di me erano giunti  Pietro e Giovani,
che hanno vista la tomba vuota ma non avevano compreso
che Ges√π era risorto.
Ero lì piangente. Anch’io non credevo che fosse risorto.
Tra le lacrime mi apparve una luce splendida,  
due angeli in bianche vesti:
“Perché piangi, Maria di Magdala?”.
Alcuni istanti dopo, un’altra voce, dolcissima: 
“Donna, perché piangi? Chi cerchi?”.
Credevo fosse il custode del giardino,
in lui non avevo riconosciuto Ges√π risorto,
era una cosa troppo strana, troppo incredibile,
anche se il mio cuore lo avrebbe voluto vivo, per sempre:
“Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai messo?”.
”Maria”, sussurrò. Il mio cuore esplose di gioia!
Era Lui,  Gesù, vivo, più vivo che mai!”.
Feci per baciargli le mani, i piedi:
“No, Maria, non mi trattenere ma va’ dai miei fratelli
e dì loro che li attendo in Galilea”.
Andai di corsa, ora il mio passo aveva ritrovato
il ritmo della speranza, dell’amore:
“Pietro, Andrea, Giovanni, Giacomo, Cristo è risorto!
 Io l’ho visto! Con i miei occhi l’ho visto! Alleluia!”
don Vittorio Chiari
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