Primo incontro Triennio
Nei giorni del 16-17 Novembre, assieme ad un’ottantina di ragazzi e ragazze abbiamo vissuto la prima tappa del cammino Triennio MGS, nella casa del don Bosco di Padova, guidati dalla domanda “Chi segui?”. Si possono usare tre parole per descrivere le giornate vissute assieme.
La prima è autenticità: nei momenti formativi proposti ma, soprattutto, come criterio che tutti, ragazzi e ragazze, abbiamo voluto usare per affrontare le domande che abbiamo dentro e per provare a rispondere anche a quelle usate come provocazione per la riflessione. Nell’autenticità è stato compiuto il primo passo che ci ha visti discepoli di un Dio che ci chiama e ci dice “Venite e vedrete”, un Dio che cerca i suoi figli e li cerca davvero, un Dio che, proprio come capita dentro i social moderni, ha moltissimi “follower” che, però, chiama amici.
La seconda è casa: la dimora che i discepoli, nel brano di Giovanni che ci ha accompagnati nei due giorni di Triennio, chiedono a Gesù di mostrargli, la dimora come luogo dove il nostro cuore riposa, dove ci si ferma. La casa che ognuno trova tra le persone che ha attorno o nell’accoglienza di qualcuno che pensa a noi, ma anche quegli spazi che non sappiamo ancora vivere bene o che cerchiamo di fuggire. La casa, che non è per forza la “struttura dentro la quale si abita”, è quel luogo dove trovi qualcuno che ti ama per ciò che sei e ti fa sentire amato, custodito, accompagnato, accolto.
La terza è condivisione: ciò che ha arricchito queste giornate sono stati sicuramente i momenti vissuti tutti assieme (anche in compagnia dei ragazzi dell’MGS Play) tra gioco, preghiera e momenti di deserto personale. Potrà sembrare strano ritenere i momenti di “deserto” dei momenti di condivisione, ma guardarmi attorno e vedere che ci sono tanti ragazzi e ragazze che, come me, non vogliono stare in superfice ma porsi delle domande e cercare delle risposte, mi ha dato l’impressione di poter condividere con loro quel silenzio che si è creato sia nel momento di deserto che la sera dell’adorazione.
Credo che la ricchezza di questi momenti stia nella familiarità che si crea camminando insieme, scoprendo altri compagni di viaggio, sapere di non essere soli, ritrovare "vecchi amici" ma anche fare nuove scoperte inaspettate. È stato molto prezioso anche vedere l'intesa dell'equipe, la passione dei salesiani, delle suore, degli animatori di ogni età che condividono questa avventura, con spontaneità e gioia, creando proprio il calore di una grande famiglia dove ti senti accolto semplicemente per quello che sei, atteso, desiderato...
E questo clima di casa lo abbiamo vissuto anche grazie all'attenzione e alla cura della Comunità del Don Bosco, che ci ha aperto le porte e il cuore, a cui va perciò un grande grazie!
...e allora un arrivederci alla prossima tappa di questo viaggio, per rispondere a quell'invito che ormai ci ha acceso il cuore: Venite e vedrete!
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