Via Crucis secondo il Vangelo di Matteo

Pubblichiamo la via CRUCIS secondo Matteo proposta nel sussidio Liturgico e Pastorale della CEI per la quaresima e la PASQUA 2008.

Via Crucis secondo il Vangelo di Matteo

da Teologo Borèl

del 08 febbraio 2008

 

 

 

 

 

Colui che guida

 

Nel nome del Padre…

 

 

Carissimi,

i Vangeli, raccontandoci la Passione di Ges√π,

ci invitano a percorrere con Cristo

il cammino della Croce

che conduce alla gloria della risurrezione.

Sarà in particolare il Vangelo secondo Matteo

a guidare la nostra preghiera

e a ispirare la nostra riflessione.

La Croce gloriosa di Cristo

illumini di speranza il nostro cammino.

 

 

Breve pausa di silenzio.

 

 

Preghiamo

Ascolta, o Padre, il grido del tuo Figlio

che, per stabilire la nuova ed eterna alleanza,

si è fatto obbediente fino alla morte di croce;

fa’ che nelle prove della vita

partecipiamo intimamente alla sua passione redentrice,

per avere la fecondità del seme che muore

ed essere accolti come tua messe nel regno dei cieli.

Per Cristo nostro Signore.

 

 

 

I PRIMA STAZIONE

Gesù nell’orto degli ulivi

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me» (Mt 26,36-38).

 

¬´Egli li invita a restare con lui e a vegliare. Sapeva infatti che, appesantiti

dal diavolo, la loro fede si sarebbe assopita, e comanda loro di avere una

vigilanza uguale alla sua, poiché una stessa passione incombe su di loro»

(Ilario di Poitiers, Commentario a Matteo, 31,6).

 

Signore Gesù, noi temiamo la fragilità della nostra carne: custodiscici nel nostro vegliare, insegnaci a non venire meno nella preghiera, perché, vinta la tentazione, cerchiamo e seguiamo sempre con te la volontà del Padre.

 

Padre nostro

 

 

 

II SECONDA STAZIONE

Gesù, tradito da Giuda, è arrestato

 

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo..

 

 

Ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò (Mt 26,47-49).

 

«Penso che tutti i traditori della verità, facendo finta di amarla, e valendosi del segnale di un bacio come di un segno di amore, consegnano il Verbo di Dio ai suoi nemici che vogliono arrestarlo, non avendo indosso alcun indumento pacifico, ma spade da guerra, insulti e bastoni.

(Origene, Commento a Matteo, 100).

 

Signore Gesù, tu non hai rifiutato il bacio traditore del discepolo: rendi salda in noi l’adesione a te, che sei la Verità, limpido il vincolo dell’amicizia e della sequela, perché non mercanteggiamo ciò che non ha prezzo e mai ci accostiamo con frode alla tua mensa.

 

Padre nostro

 

 

 

III TERZA STAZIONE

Ges√π condotto dal sommo sacerdote Caifa

 

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

 

Quelli che avevano arrestato Ges√π lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Ges√π, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni .(Mt 26,57.59-60).

 

«Caifa combatte contro Gesù, lui che viene chiamato sommo sacerdote! Intanto è Gesù il sacerdote secondo verità, Verbo di Dio, sotto il quale si trovano quanti sono al servizio di Dio Padre in maniera a lui gradita»

(Origene, Commento a Matteo, 105).

 

Signore Gesù, di te il profeta ha detto: «Egli non commise peccato e nella sua bocca non ci fu inganno» (Is 53,3). Non si trovino nel nostro cuore fermenti di malizia, non ci sia nella nostra bocca una lingua di menzogna, ma una parola franca per attestare senza arrossire la sapienza e la potenza della tua Croce.

 

Padre nostro

 

 

 

IV QUARTA STAZIONE

Gesù è condannato dal sinedrio

 

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

 

Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l’hai detto – gli rispose Gesù – anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo». Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!» (Mt 26,63-66).

 

«Tra le voci scomposte e dissonanti, Gesù aveva mirabilmente scelto di tacere. Tuttavia a Caifa egli rispose con autorità così autentica e previdente da scavare la coscienza degli increduli e rafforzare, con le stesse parole, il cuore dei credenti»

(Leone Magno, Sermone 44, 2.1-2 sulla Passione del Signore).

 

Signore Gesù, giudicato dagli uomini, glorificato dal Padre e innalzato alla sua destra, noi crediamo che tornerai alla fine dei tempi come giudice universale. La tua Chiesa, fondata sulla roccia, nell’attesa del tuo ritorno non si stanchi di confessare con l’apostolo Pietro che «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!».

 

Padre nostro

 

 

V QUINTA STAZIONE

Gesù è rinnegato da Pietro

 

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

 

Allora Pietro cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo! ». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente (Mt 26,74-75).

 

«Felici le tue lacrime, apostolo santo, le tue lacrime che, per sciogliere la colpa del rinnegamento, ebbero la potenza del sacro battesimo! Abbondò il pianto dove non era venuto meno l’affetto, e la fonte della carità lavò le parole dettate dalla paura»

(Leone Magno, Sermone 47, 4.6-7 sulla Passione del Signore).

 

Signore Gesù, neppure Pietro poté sfuggire al pericolo dell’incostanza. Quando siamo sommersi dalle acque del turbamento, afferraci con la tua mano; infondici coraggio, aumenta la nostra fede, rinnova il nostro cuore con la grazia del pentimento.

 

Padre nostro

 

 

 

VI SESTA STAZIONE

Gesù è giudicato da Pilato

 

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

 

Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso (Mt 27,24-26).

 

«Le mani lavate non rendono puro l’animo contaminato, né aspergendo le dita di acqua può essere espiato quanto si commette con empia mente asservita. Pilato non evitò la colpa perché, lasciatosi travolgere da quelle agitazioni, abbandonò il proprio giudizio e passò dalla parte del crimine altrui»

(Leone Magno, Sermone 46, 2.5-6 sulla Passione del Signore).

 

Signore Gesù, con le stesse labbra con cui ti aveva dichiarato innocente Pilato ti consegnò alla folla per essere crocifisso: il fascino sottile del potere non ci faccia cedere al compromesso e all’ingiustizia; la nostra insicurezza non diventi rinuncia alle nostre responsabilità. Liberaci da ogni ambiguità e doppiezza, rendi integra la testimonianza della nostra fede.

 

Padre nostro

 

 

 

VII SETTIMA STAZIONE

Pilato libera Barabba e consegna Ges√π alla folla

 

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

 

Pilato, allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso (Mt 27,26).

 

«In queste cose viene manifestato un mistero di profonde realtà: Barabba fu costituito per produrre insurrezione, guerre, omicidi nelle anime degli uomini. Gesù invece è stato costituito come Figlio di Dio, Pace, Verbo, Sapienza per ogni bene. Sì: lì dove non c’è Gesù, lì sono sedizioni, contese, battaglie. Lì dove invece è presente Gesù ci sono tutti quanti i beni e le innumerevoli ricchezze spirituali, e c’è la pace»

(Origene, Commento a Matteo, 121).

 

Signore Gesù, in te noi siamo stati generati non come figli della schiavitù, ma siamo rinati in una famiglia libera. Solo in te possiamo rivolgerci a Dio chiamandolo: “Padre!”. Il mistero della tua Pasqua ci trasformi e faccia risplendere in noi l’immagine di te, che sei il primogenito di coloro che risuscitano dai morti.

 

Padre nostro

 

 

 

VIII OTTAVA STAZIONE

Gesù è flagellato e coronato di spine

 

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

 

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!» (Mt 27,27-29).

 

«Il Signore, assumendo il manto scarlatto, non fa che assumere in sé il sangue del mondo, ed in quella corona di spine assunse le spine dei nostri peccati, intrecciate sopra la testa» (Origene, Commento a Matteo, 125).

 

Signore Gesù, il tuo corpo è cosparso del sangue dei tuoi martiri e di tutti gli innocenti della terra, che levano al Padre il loro grido di dolore. Nel tuo sangue continua a lavare le nostre vesti, perché con tutti i tuoi santi seguiamo te, Agnello immolato, dovunque tu vada.

 

Padre nostro

 

 

 

IX NONA STAZIONE

Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la croce

 

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

 

Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo. Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce (Mt 27,31-32).

 

«Non era conveniente che solo il Salvatore prendesse la sua croce, ma che anche noi la portassimo, adempiendo un duro servizio, che per noi è fonte di salvezza»

(Origene, Commento a Matteo, 126).

 

Signore Gesù, è stato trovato uno straniero per condividere il peso della tua Croce; egli è per noi simbolo di tutte le nazioni a cui hai inviato i tuoi apostoli dicendo: «Fate discepole tutte le genti» (Mt 28,19). Per la vita che sgorga dal legno della tua Croce, tutti i popoli ti glorifichino, conoscano la tua salvezza!

 

Padre nostro

 

 

 

X DECIMA STAZIONE

Ges√π crocifisso tra due ladroni

 

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

 

Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra (Mt 27,35-38).

 

«Al legno della vita sono sospese la salvezza e la vita di tutti. Alla sua destra e alla sua sinistra vengono crocifissi due ladroni, i quali mostrano che la totalità intera del genere umano è chiamata al mistero della passione del Signore»

(Ilario di Poitiers, Commentario a Matteo, 33,5).

 

Signore Ges√π, il tuo corpo innalzato sulla Croce, come sulla vetta del sacrificio, realizza la riconciliazione del mondo. Ricomponi le divisioni che lacerano i cristiani e tutta la famiglia umana; per la forza che promana dalla tua croce chiama tutti alla dimora del tuo regno!

 

Padre nostro

 

 

 

XI UNDICESIMA STAZIONE

Ges√π deriso sulla croce

 

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

 

Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla Croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla Croce e crederemo in lui» (Mt 27,39-42).

 

«Premessa ingannatrice! Che cosa è più: scendere dalla Croce mentre è ancora vivo, oppure, morto, risuscitare dal sepolcro? È risuscitato, e voi non avete creduto. Quindi, ugualmente non credereste, anche se discendesse dalla Croce. In verità essi, non appena il Signore fu crocifisso, sentirono la potenza della croce e capirono che il loro potere era infranto, e per questo lo invitavano a discendere dalla Croce»

(Girolamo, Commento su Matteo, 4,27,42).

 

Signore Gesù, nel tuo amore per gli uomini sei disceso sino a noi e nella tua umiliazione hai manifestato la tua potenza divina. Fa’ che nell’adesione piena al mistero della tua Croce siamo innalzati fino a te, nostro Salvatore.

 

Padre nostro

 

 

 

XII DODICESIMA STAZIONE

Ges√π muore sulla croce

 

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

 

 

A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito (Mt 27,45-50).

 

«Il mistero nascosto dell’azione di Dio viene percepito da tutta la creazione colta da stupore. Il grido lanciato verso Dio è la voce del corpo che attesta la separazione del Verbo di Dio che si ritira da esso. Egli si chiede perché è stato abbandonato… Ma viene abbandonato perché la sua umanità doveva essere resa perfetta mediante la morte stessa»

(Ilario di Poitiers, Commentario a Matteo, 33,6).

 

Signore Gesù, nell’ora della tua morte il velo del tempio è squarciato, la terra è scossa, le rocce sono spezzate, i sepolcri aperti, i morti risuscitati; sono rivelati i misteri rimasti nascosti fino alla tua venuta. Continua a infrangere le barriere della morte che ci tengono prigionieri e a vincere con la forza della tua salvezza la durezza dei nostri cuori.

 

Padre nostro

 

 

 

XIII TREDICESIMA STAZIONE

Giuseppe d’Arimatea chiede a Pilato il corpo di Gesù

 

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

 

Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato (Mt 27,57-58).

 

«Le azioni di Giuseppe d’Arimatea sono state annotate una per una, perché non sono senza importanza. Egli è figura degli apostoli, perciò è chiamato discepolo del Signore, anche se non era stato nel numero dei Dodici»

(Ilario di Poitiers, Commentario a Matteo, 33,8)

 

Signore Gesù, non ebbe timore Giuseppe d’Arimatea di esporsi ai pericoli osando richiedere il tuo corpo. Fa’ che con l’affetto del tuo discepolo e con uguale coraggio non temiamo di esporre noi stessi nel prenderci cura amorevole delle membra sofferenti del tuo Corpo.

 

Padre nostro

 

 

 

XIV QUATTORDICESIMA STAZIONE

Ges√π deposto nel sepolcro

 

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

 

Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria (Mt 27,59-61).

 

«Lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose in una tomba nuova, dove non c’era stato alcun morto, conservando il corpo di Gesù per una singolare risurrezione. Ma penso che quel lenzuolo avesse più purezza di prima per il fatto che avvolse il corpo di Cristo. Perché questo corpo, anche nella morte, rendeva puro qualunque cosa toccasse e anzi rendeva più nuovo quel sepolcro che era stato scavato nella roccia»

(Origene, Commento a Matteo, 143).

 

Signore Gesù, sei disceso nelle profondità della terra per aprirci l’ingresso alla vita. Con la tua morte hai trasformato ciò che è mortale e hai rinnovato l’universo intero. Fa’ che con le donne mirofore, venute al sepolcro all’alba del primo giorno della settimana, glorifichiamo a una sola voce la tua Croce e la tua risurrezione.

 

Padre nostro

 

 

 

 

 

Orazione finale

 

Preghiamo

 

O Dio, che ci hai redenti nel Cristo tuo Figlio

messo a morte per i nostri peccati

e risuscitato alla vita immortale,

confermaci con il tuo Spirito di verità,

perché nella gioia che viene da te,

siamo pronti a rispondere

a chiunque ci domandi ragione

della speranza che è in noi.

Per Cristo nostro Signore.

 

Benedizione e congedo

 

Conferenza Episcopale Italiana

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