Filippo ci racconta come hanno vissuto il mese di Don Bosco in Etiopia.
Cari amici come state?
Un saluto dall’Etiopia e da Lare. Siamo appena entrati nel periodo più caldo dell’anno, da Natale a Pasqua, di giorno abbiamo già toccato i 40’, ma di notte dopo le 2, arriva ancora un venticello fresco... qualche ora di sollievo.
Dopo i nostri due Natali, ho iniziato a visitare tutte le famiglie della nostra parrocchia, tre pomeriggi alla settimana. Quest’anno abbiamo due team, uno con me e un catechista e l’altro tre catechisti, perche’ le famiglie da visitare sono molto aumentate di numero.
Avvisiamo la famiglie di quel quartiere la domenica prima cosi nel pomeriggio si fanno trovare. Prima l’accoglienza fuori della capanna,
i saluti che sono sempre tanti e calorori, poi entriamo nella capanna, attraverso una porta stretta e bassa, si lasciano le ciabatte fuori,
io le scarpe, e ci si siede per terra all’interno.
La loro “casa” e’ fatta di pochissime cose, un materasso oppure una stuoia dove dormire, nessun cuscino, nessuna luce elettrica, per
armadio dei fili tirati da una parte all’altra, tanto i vestiti sono proprio pochi, un tavolino basso dove ci sono delle pentole, qualche tazza, per posate solo cucchiai, qualche centrino colorato sulle pareti basse, poi da un metro in su’ il tetto, che è tutto di legno e paglia... ecco le capanne della nostra gente.
Fuori due sassi dove si cucina, due contenitori di plastica per prendere l’acqua al pozzo, una zona per le mucche e le pecore, in questo periodo le portano al fiume, distante 7 km, perché li c’è l’acqua e dell’erba.
Dopo che ci siamo seduti e salutati, prendo il quaderno della scorsa visita e ripeto i nomi di tutta la famiglia, di solito c’è la mamma con vari figli, o una donna anziana, il papà alle volte c’è, alle volte non c’è, vedo come e’ la capanna, chiedo un po’ di notizie su come stanno i figli, il marito... e poi preghiamo insieme, qualche canto, delle preghiere spontanee che a loro piacciono tanto, tutti chiudono gli occhi e abbassano la testa, e infine il padre nostro alzando le mani al cielo.
Alla fine consegno loro delle immagini da appendere, una di Gesù e una di Maria, delle medagliette da appendere al collo per i bambini e un rosario. Finiamo parlando della famiglia, delle difficoltà ma anche di qualche notizia bella che è successa. Alla fine ci salutiamo, usciamo dalla capanna, riprendiamo le ciabatte e le mie scarpe e andiamo da un’altra famiglia.
La visita alle famiglie e’ una delle esperienze piu’ belle, stringiamo più amicizia con la gente, cerco poi di ricordare i loro nomi, mi rendo conto della realtà della vita quotidiana qui a Lare, vengo a conoscenze dei loro reali problemi.
Le richieste poi sono tante: per le loro malattie, non hanno i soldi per andare alla clinica o non ci vogliono andare, tanto danno sempre
quelle due medicine, tachipirina e l’antibiotico, e neppure i soldi per mandare qualcuno all’ospedale di Gambella, l’abbiamo fatto per alcune persone, devi pagare l’ambulanza, la benzina e l’autista...
Richieste per il cibo, soprattutto adesso che c’è la stagione secca, richieste per la casa, soprattutto dopo l’alluvione di inizio ottobre.
Ogni settimana, sabato mattina, con il gruppo dei catechisti locali ci incontriamo per vedere tutte queste richieste e come poter fare per risolverne alcune insieme.
Alcune belle notizie: subito dopo Natale nella capella di Gok abbiamo battezzato piu’ di 40 persone, tra bambini, ragazzi e adulti, e altre 20 persone hanno fatto la prima comunione. Anche nella capella di Kubri e Pilual abbiamo avuto i battesimi. Sono state delle bellissime feste, piene di vita, di canti e preghiere, di esultanza per i battesimi e le comunioni, e poi con un bel pranzo con polenta e tanto sugo fatto di poco pesce e tante erbe. Alla fine caffè, biscotti e caramelle per tutti.
Abbiamo riattivato la capella di Tiajiak, ora si sono trasferiti dalla foresta al villaggio di Malow, vicino al fiume, cosi’ il sabato abbiamo cominciato a trovarci per l’incontro di preghiera e la catechesi.
Infine a Natale si sono presentati un gruppo di adulti del villaggio di Quanual, a 10 km da Lare, e hanno richiesto la nostra presenza come Chiesa, un foglio pieno di nomi e firme della gente del villaggio che vuole la presenza della nostra Chiesa. I nostri catechisti hanno iniziato a andare il sabato mattina per incontrare le persone e iniziare con un piccolo catechismo. Siamo contenti di questa nuova
richiesta.
Abbiamo avuto la gradita visita di tre nostri amici da Andria che ci hanno gia’ aiutato in passato per la costruizione di un mulino, Riccardo, Maria e Antonio che per alcuni giorni sono stati qui da noi, grazie della loro bella visita.
A Pugnido il 28 dicembre abbiamo ricordato con una santa Messa don Giorgio Pontiggia, a due anni dalla sua scomparsa. Abbiamo avuto la visita anche di Paolo, amico di Pugnido e di don Giorgio. Tanta gente e tante preghiere di ringraziamento per la vita che don Giorgio ha speso a Pugnido.
Infine, questo mese e’ dedicato a don Bosco, il 31 gennaio e’ la sua festa, il nostro santo, vorrei ricordare due sue frasi: “L’educazione è cosa del cuore.” “In ogni ragazzo, anche il più disgraziato, vi è un punto accessibile al bene, compito di ogni educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare.”
Ogni giorno qui proviamo a vivere queste frasi, proviamo ad essere don
Bosco in Africa, W DON BOSCO.
Ciao a tutti Abba filippo
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