Le grandi riforme dello Stato Pontificio, il dogma dell'Immacolata Concezione, l'Osservatore Romano, il Sillabo, la condanna del comunismo e del liberalismo, il Concilio Vaticano I, il dogma dell'infallibilità del Papa, san Giuseppe patrono della Chiesa Universale... e molto altro per il più longevo successore di Pietro.
Giovanni Maria Mastai Ferretti nacque nel 1792 e visse la sua infanzia a Senigallia mentre avvenivano diverse insorgenze contro Napoleone. La sua elezione a Papa avvenne nel 1846, a soli 54 anni, in un momento che di lì a poco sarebbe diventato drammatico per la storia della Chiesa. L'Italia, in quell'anno, si presentava ancora relativamente tranquilla, con la restaurazione del dopo Napoleone e del Congresso di Vienna, così egli poté dedicarsi alle grandi riforme dello Stato Pontificio: ad esempio concesse l'amnistia per i reati politici e la libertà di stampa. Ma già iniziavano i primi fermenti del Risorgimento, con i moti carbonari e le società segrete. Mazzini, romantico, gnostico e panteista, ruppe con il mondo settario delle società segrete teorizzando l'Italia una, libera e repubblicana, abolendo tutti i poteri monarchici, compreso quello di Roma. Voleva creare la Repubblica Italiana, tante repubbliche sorelle in Europa e poi formare repubbliche in tutto il mondo. Gioberti nel 1843 aveva proposto un progetto per riunificare i sette stati italiani in una confederazione che non abolisse completamente le monarchie. Proponeva la formazione di un senato, composto da tutti i sovrani dei regni, con a capo il Sommo Pontefice. Pio IX appoggiò apertamente questo suo progetto. Ecco perché chi sperava nell'unificazione dell'Italia gridava "Viva Pio IX!". Da 14 secoli l'Italia, pur unita culturalmente e religiosamente, era politicamente divisa in stati monarchici e non era facile trovare il modo di unirla in un unico stato.
Nel '48, nel giro di tre mesi, tutti i regni si trasformarono da monarchie assolute a monarchie costituzionali. Pio IX aderì a questa apertura e cadde in una trappola. Un protestante divenne primo ministro dello Stato Pontificio ed egli non poté farci nulla. I rivoluzionari massoni avevano ormai il controllo di Roma e cominciarono ad avanzare sempre più richieste nei confronti del Papa. Costretto a mandare i suoi soldati a combattere contro gli austriaci, diede loro l'ordine di non attaccare, ma di rispondere solo per difesa. Invece le truppe papali attaccarono per prime e così il granduca d'Austria, da sempre cattolico, sentendosi tradito, scrisse al Papa minacciando lo scisma. Pio IX nel tentativo di riaggiustare le cose, cercò un compromesso chiamando a governare lo Stato Pontificio un massone ormai diventato moderato, Pellegrino Rossi.
La situazione stava però ormai precipitando e il malcontento dei rivoluzionari era alle stelle. "Ciceruacchio", il primo fra i rivoluzionari romani, mandò il figlio dodicenne, sapientemente addestrato, ad uccidere Rossi e così venne assaltato il Quirinale dove si trovava il Papa. Fecero affacciare il Pontefice per sparargli, ma in quell'occasione egli venne salvato dal suo assistente che gli si buttò davanti morendo al posto suo. Il Papa lo benedì come martire della fede.
I rivoluzionari riuscirono infine ad entrare nel palazzo arrivando fin nella stanza papale. Stavano di nuovo per ucciderlo, ma anche in quell'occasione fu salvato: era presente l'ambasciatore spagnolo che mettendosi tra il Pontefice e gli assassini esclamò: "Per uccidere il Papa dovete uccidere me; ma se uccidete me fra meno di una settimana l'esercito spagnolo sarà qui". I rivoluzionari se ne andarono. Il Papa quindi fuggì a Gaeta: il Regno di Napoli era infatti l'unico rimastogli ancora amico. Per la fuga egli si travestì da frate mentre Filippani Ronconi lo accompagnava travestito da cocchiere.
Tutto questo avvenne soltanto nei suoi primi due anni di pontificato. Gliene rimanevano ancora trenta e lo aspettavano ancora momenti difficili. Intanto a Gaeta accadde un fatto che segnò per sempre il pontificato di Pio IX. In una cappellina dove Pio IX si recava a pregare vi era una statua della Madonna dedicata all'Immacolata Concezione. Egli mentre pregava fece un voto alla Madonna in cui le promise di proclamare il dogma dell'Immacolata Concezione se fosse potuto rientrare a Roma.
Nel 1850, dopo due anni di esilio fece ritorno a Roma e così decise di proclamare il dogma. Questa decisione provocò contrasti sia fuori che dentro la Chiesa. Fra i laici imperava l'ateismo, il materialismo e il culto della scienza. Mentre fra i vescovi, ai quali il Papa chiese l'opinione, c'era una spaccatura: alcuni credevano all'Immacolata Concezione, ma pensavano che non fosse il momento giusto per proclamare il dogma, visti i disordini politici. Pio IX nel 1854 proclamò con grande solennità il dogma dell'Immacolata Concezione. Quattro anni dopo la Madonna apparve a Lourdes e disse a Bernadette di essere "l'Immacolata Concezione" confermando così il dogma appena proclamato.
Intanto lo scenario politico vedeva Cavour intento a far chiudere tutti gli ordini religiosi. I cristiani di tutta Italia misero insieme l'astronomica cifra di un milione di lire da dare a Cavour affinché li facesse vivere. Egli li lasciò vivere per tre anni, dopodiché ricominciò a chiuderli e poi finì di annettere allo Stato Italiano gli ultimi stati rimasti ancora indipendenti. Nel 1864 Pio IX, noncurante di attirarsi gli sfavori del mondo, pubblicò il Sillabo, che compendiava, in dieci paragrafi, i principali errori di del tempo e l'enciclica Quanta cura, in cui veniva esposta la critica alla Rivoluzione francese e al Risorgimento italiano, facendo cenno alla libertà di pensiero illuminista come "libertà di perdere se stessi".
Il Papa condannava nel "Sillabo", senza esitazioni o ambiguità, la filosofia del XIX secolo, che deifica la natura umana trasferendo ad essa gli attributi che nega a Dio. Inoltre con la "Quanta cura" ed il "Sillabo" il Pontefice condannò categoricamente il socialismo, il comunismo, la massoneria, il liberalismo cattolico e il separatismo liberale, ovvero la separazione assoluta fra Stato e Chiesa.
Infine nel 1869 indisse l'apertura del Concilio Vaticano I, durante il quale proclamò il dogma dell'infallibilità papale. Con tale dogma si afferma che il Papa è infallibile, in materia di fede e di morale, quando parla "ex cathedra", cioè rivolgendosi al mondo intero e con l'utilizzo di una terminologia particolare che indica l'impegno dell'infallibilità. Il Concilio fu interrotto bruscamente dall'irruzione dell'esercito piemontese invasore con la breccia di Porta Pia. Il Papa comandò di opporre solo una resistenza simbolica. Roma fu quindi conquistata, ma i romani non furono contenti e questo è testimoniato dal fatto, ampiamente documentato, che nessuno fra la gente del popolo festeggiò. Anche il sud Italia fu preso, ma non per la ribellione dei meridionali i quali anzi, con il fenomeno passato sotto il nome di "brigantaggio", si opposero con tutte le forze all'invasore piemontese.
Neppure morendo Pio IX trovò pace: quando nel 1872 all'età di 86 anni morì, mentre il feretro veniva portato in San Lorenzo fuori le mura, come il Pontefice desiderava, la processione venne assaltata da un gruppo di massoni. Fortunatamente si riuscì comunque a condurre il feretro a destinazione.
Il beato Pio IX è stato in qualche modo l'anti protagonista del Risorgimento. Non ha certo guidato la Chiesa in un periodo storico facile e benché tatticamente possa non aver condotto sempre le scelte di governo più giuste, egli ha sempre difeso lo Stato Pontificio con coraggio e portando la croce, per dovere verso il mandato che Dio gli aveva affidato. Sono da ricordare anche altre opere meritorie condotte da questo grande Papa: l'inizio de "l'Osservatore Romano", il cui primo numero uscì nel 1861 e la proclamazione di San Giuseppe come patrono della Chiesa Universale. Papa Pio IX, proclamato beato da Giovanni Paolo II nel 2000, fece anche un grande atto di governo ristabilendo la gerarchia episcopale in Inghilterra dopo secoli dallo scisma anglicano.
Massimo Viglione
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