A 15 anni spenderebbero le loro ultime ore di vita essenzialmente su due cose: la ricerca di cose emozionanti, anche oltre i limiti con le quali già ora le vivono; e la liberazione della loro rabbia e violenza che hanno dentro, come il fuoco sotto la cenere.
Di solito ci metto più di un'ora a fare il contratto formativo con una classe prima. Non sempre comprendono al volo il quadro in cui vorrei lavorare con loro, per l'intero anno scolastico. Obiettivi a cui mirare, modi per arrivarci, regole di base per lavorare bene insieme. Perciò riesco ad iniziare il primo modulo più o meno verso la fine della seconda volta che ci vediamo.
Anche quest'anno non hanno fatto eccezione. Anzi le domande e le obiezioni su alcune cose del contratto sono state abbondanti. Così ci sono rimasti appena 15 minuti per iniziare il lavoro sul primo modulo: la morte e l'aldilà. Sì, proprio così. Da qualche anno con le classi prime parto dalla fine, dai novissimi. Non ho ancora capito bene perché, ma li "intrippa" e mi permette di fare un primo giro panoramico anche su alcune religioni fuori dal cristianesimo per "testare" cosa ne sanno.
Ma con solo quindici minuti ho detto: "Beh, ragazzi, non abbiamo tempo per partire davvero a "vedere" qualcosa sul pensiero cristiano sulla morte e l'aldilà. Perciò vi farò solo una domanda perché mi interessa sapere come la vedete voi: se voi sapeste di dover morire certamente prima di sera, cosa fareste?". Forse ho esagerato nella provocazione perché sono esplosi!
Più di mezza classe di mani alzate, tutti a voler dire come avrebbero passato le ultime ore di vita. "Io spenderei tutti i soldi che ho in cose che mi piacciono". "Ad esempio?" chiedo. "Beh fare bungee jumping o buttarmi col paracadute ..." "Io invece, prof., prenderei un mitra e ucciderei tutti". "Ah però Martina - faccio io - dietro quella faccina di angelo si nasconde così tanta rabbia?". "Ah, prof. io ne ho anche più di Martina, ma ucciderei solo quella stronza che mi ha portato via il moroso ... maledetta!!". "Sonia!! - le dico - Capisco che ti rode molto, ma ricordati che siamo a scuola dai ... lo puoi dire anche diversamente".
"Io prof. invece non vorrei morire ancora vergine". Dal fondo della classe Matteo mi sorprende. A vederlo sembra davvero ancora un bambino, ma evidentemente i suoi 15 anni si fanno sentire tutti. E la risata della classe dimostra che molti di loro in fondo sono nella stessa condizione. "Beh, prof., io invece mi sbronzerei di brutto così potrei finalmente godermi tutto quello che voglio, senza nessun problema". "Cioè vuoi dire Alex, che se non sei sbronzo non ti senti capace di essere libero?". "Eh sì, più o meno" fa lui. "Io prof. al contrario degli altri vorrei solo dormire e mangiare, sono le uniche cose che davvero mi piacciono" chiude Rosaria. Sono solo alcune tra le tante. Molte delle quali mostrano che nelle loro ultime ore di vita vorrebbero solo "godersela".
Ora, al di là della "tara" che si deve fare a queste frasi, una considerazione comunque ci sta. A 15 anni spenderebbero le loro ultime ore di vita essenzialmente su due cose: la ricerca di cose emozionanti, anche oltre i limiti con le quali già ora le vivono; e la liberazione della loro rabbia e violenza che hanno dentro, come il fuoco sotto la cenere. Allora ho cercato di "grattare" un po' sotto la superficie: "Scusate, ma nessuno di voi spenderebbe tempo a salutare per bene le persone a cui vuole bene?"
C'è stato un lungo minuto di silenzio, tra lo stupore per non aver pensato che la morte possa far emergere l'amore che hanno dentro e un po' di senso di colpa perché si sono resi conto che le persone che amano forse non sono poi così importanti. E alla fine Gianluca ha rotto il ghiaccio: "In effetti prof. a me piacerebbe davvero passare le ultime ore con i mie tre grandi amici. Ma poi sarei triste perché se muoio non li vedo più". "Gianluca ha ragione prof. - ha aggiunto Vanessa - se mi fa pensare all'amore poi mi viene una tristezza infinita perché dovrei morire..." La campanella ci ha riportato alla realtà, e in un nano secondo sono schizzati a "vivere".
Ma tra l'aula e la sala insegnanti ho pensato che, forse, le forti emozioni da vivere e la violenza da liberare sono solo maschere per non fare i conti sul serio con la morte. E a 15 anni li posso capire! Ma che poi, se ci mettono di mezzo gli amori, che pure a 15 anni hanno, allora la morte rivela tutta la sua tragicità anche a loro, se non si apre una porta su una vita ulteriore. E, allargando l'orizzonte mi sono chiesto: ma un cristiano come dovrebbe passare le sue ultime ore di vita se fosse certo di una fine imminente? Perché è evidente che come per i miei ragazzi, anche per un adulto, la domanda sulla qualità delle ultime ore di vita rivela la scala effettiva dei valori che ci portiamo dentro, al di là delle affermazioni verbali.
Penso che ci sarebbe chi fa una preghiera angosciata a Dio perché ciò non avvenga. O una ricerca disperata di un confessore per "sistemare" i debiti. O cercherebbe di fare pace con una persona che non ha mai perdonato. Oppure il disperato tentativo di riparare ai torti fatti con un ultimo gesto di carità, a cui forse mi accoderei anche io. Magari addirittura qualcuno potrebbe fare un gesto inconsulto contro Berlusconi, o contro i comunisti, o contro questo papa, o contro questo governo. A me però colpisce sempre molto la risposta data da san Domenico Savio a san Giovanni Bosco: "Se sapessi di dover morire stasera continuerei a fare quello che sto facendo". Rivela una vita molto più "gratuita" e leggera. Non per nulla è diventato santo.
Gilberto Borghi
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