Da tempo immemorabile, i cattolici hanno riservato al venerdì un'osservanza penitenziale speciale...
del 06 marzo 2017
Da tempo immemorabile, i cattolici hanno riservato al venerdì un’osservanza penitenziale speciale...
Sapete di essere in una città cattolica quando in Quaresima ogni ristorante promuove solo un alimento sul menu: il pesce! Ho notato che perfino le principali catene di fast food sottolineano sui loro volantini la data del Mercoledì delle Ceneri! All’improvviso a tutti interessano i periodi liturgici della Chiesa!
E allora perché la Chiesa dice ai cattolici di astenersi dalla carne i venerdì di Quaresima (così come il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo) ma dà il via libera al pesce?
In primo luogo dobbiamo chiederci “Perché il venerdì?” La Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB) offre una breve spiegazione:
Da tempo immemorabile, i cattolici hanno riservato al venerdì un’osservanza penitenziale speciale mediante la quale soffrono volentieri con Cristo per poter essere un giorno glorificati con Lui. È questo il fulcro della tradizione dell’astinenza dalla carne il venerdì.
Visto che si crede che Gesù Cristo abbia sofferto e sia morto sulla croce di venerdì, i cristiani fin dall’inizio hanno stabilito che in quel giorno avrebbero unito le proprie sofferenze a quelle di Gesù. Questo ha portato la Chiesa a riconoscere ogni venerdì come “Venerdì Santo”, in cui i cristiani possono ricordare la Passione di Cristo offrendo un tipo specifico di penitenza.
Per buona parte della storia della Chiesa, la carne è stata scelta come sacrificio degno per via della sua associazione a feste e celebrazioni. Nelle culture più antiche la carne era ritenuta una prelibatezza, e il “vitello grasso” non veniva ucciso a meno che non ci fosse qualcosa da festeggiare.
Visto che il venerdì era considerato un giorno di penitenza e mortificazione, mangiare carne di venerdì per “festeggiare” la morte di Cristo non sembrava opportuno (alcuni vescovi hanno scelto di eliminare il veto quando la festa di San Patrizio, il 17 marzo, cade in un venerdì di Quaresima, visto che viene considerata una “solennità” da molti cattolici irlandesi).
Ma perché il pesce non viene considerato “carne”?
Secondo la USCCB, le leggi canoniche definiscono l’astinenza dagli “animali di terra”.
Le leggi sull’astinenza considerano che la carne derivi solo da animali come polli, mucche, pecore o maiali – tutti animali che vivono sulla terra. Anche gli uccelli vengono considerati carne.
Il pesce, invece, non viene classificato allo stesso modo.
I pesci sono una categoria di animali diversa. I pesci di acqua dolce e salata, gli anfibi, i rettili (animali a sangue freddo) e i molluschi sono permessi.
In latino la parola usata per descrivere quale tipo di “carne” non è permessa di venerdì è carnis, e si riferisce specificatamente a “carne animale”. La definizione non ha mai incluso il pesce. In quelle culture, inoltre, il pesce non era considerato un cibo “di festa”, e mangiarlo era piuttosto una penitenza.
La nostra cultura è molto diversa, visto che la carne viene considerata in genere l’opzione più economica sul menu e non esiste più il collegamento culturale ai festeggiamenti. È per questo che molta gente è confusa su queste regole, soprattutto chi ama il pesce e non ritiene certo una penitenza mangiarlo.
Alla fin fine, l’intenzione della Chiesa è incoraggiare i fedeli a offrire un sacrificio a Dio che venga dal cuore e unisca le proprie sofferenze a quelle di Cristo sulla croce. La carne viene considerata la penitenza di base, e si dovrebbe sempre tenere a mente l’obiettivo della regolamentazione. Ad esempio, non dà necessariamente a una persona il permesso di farsi una bella cena a base di aragosta ogni venerdì di Quaresima. La questione è fare un sacrificio che avvicini la persona a Cristo, che ha compiuto per amor nostro il più grande sacrificio possibile.
Philip Kosloski [Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]
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