Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. (Is 29,13...

«Bisogna fare in modo che ogni nostra mancanza sia un rimbalzo verso un più grande amore» (Guy de Larigaudie). La confessione e la direzione spirituale secondo la spiritualità salesiana.

Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. (Is 29,13; cf. Mc 7,6) - 1' PARTE

 

0. Alcune premesse

 

Le cose umane si capiscono studiando,

le cose di Dio si capiscono amando (B. Pascal)

 

Scriveva san Francesco di Sales: «[Nella predicazione] l’artificio più alto è quello di non usare artifici. Le parole devono essere infiammate, non per le grida o i gesti smisurati, ma per l’affetto interiore; devono uscire dal cuore più che dalla bocca. Si ha un bel dire, ma il cuore parla al cuore, mentre la bocca non parla che alle orecchie».[i] Così questo articolo (scusa la lunghezza, ma il tema è veramente smisurato) vorrebbe non essere altro che un traboccare di vita da parte di chi scrive, il quale si augura il medesimo risultato (il bicchiere della vita che trabocca gioia) in chi legge. Qualche domanda per incuriosire:

 

  • Quando dico “ho sbagliato!”, si tratta sempre di un peccato?
  • Nella generosità, può esserci una radice di peccato?
  • Persino il peccato di gola o di sensualità, possono insegnarci qualcosa sulla vita secondo il progetto di Dio?

 

Ti offro prima di tutto uno schema super-sintetico sulla differenza tra il peccato (in ottica di fede) e il senso di colpa (come viene interpretato dalle scienze umane). Non so quanto si possa intuire dalla tabella, la spiegazione sarebbe assurdamente lunga, quello che voglio trasmetterti intanto è il messaggio che il senso di colpa come ci viene presentato normalmente NON coincide con il peccato in senso cristiano.

 

 

simbolo

natura

movimento

chiamato tecnicamente

Colpevolezza in senso generico

 

Esteriore (?):

macchia indelebile, ruggine, sangue

Morbosa

Si fissa alla lordura

Senso di colpa

 

Relazionale:

Padre, Madre, Figlio/a, Sposa/o

Profondamente “spirituale”, ispirato dal vero Dio del vangelo

Attende il perdono di un Dio personale

Peccato in senso “teologico” cristiano

 

 

 

1.  Somiglianze tra la confessione sacramentale e la direzione spirituale

 

Entrambe consistono in una apertura (possibilmente totale) del cuore alla persona che Dio mi ha mandato per ascoltarmi, pregare per me e con me, aiutarmi a riconoscere la scrittura dritta di Dio tra le righe storte della vita. E, nella confessione sacramentale, per donare il perdono di Dio.

NB Cosa intendo per cuore? Noi e la nostra cultura siamo abituati a

 

  • Sterilizzare, castrare i desideri (se no sta male, dai il cattivo esempio…)[ii]
  • Certe interpretazioni del «Va dove ti porta il cuore» (la vittoria dell’istintualità…)
  • Invece San Francesco di Sales: «Il santo più completo che io abbia mai conosciuto»,[iii]

 

Vedi lo schema seguente:

 

Il tempio di Salomone era costruito in questo modo:

Nel santo dei santi era custodita l’arca dell’alleanza con le tavole della legge, vi entrava una volta all’anno solo il sommo sacerdote: era il luogo supremo dell’incontro/alleanza di Dio con il suo popolo. Viene utilizzato da san Francesco di Sales come immagine del tempio mistico dell’anima umana:

 

 

 

2.  Differenze (io le ho capite così)

 

  • la confessione è un sacramento: opera, in Dio, ciò che esprime, anche nonostante l’indegnità del sacerdote… = lasciarsi perdonare
  • la direzione spirituale viene definita dagli autori più illuminati (specie nel mondo del cristianesimo orientale) un sacramentale: opera, in Dio, ciò che esprime, ma è necessaria la collaborazione attiva del padre nello Spirito (cf. meccanismi di transfert[iv] e di possibile controtransfert[v])… e non solo. = venire abilitati a lasciarsi trasformare
  • è necessario un accenno alla terapia psicologica: si pone esplicitamente come scopo che tu accetti/accogli/arrivi a piacerti, nonostante tutti i tuoi difetti, limiti, ferite… Se il “maestro” ha compiuto un vero cammino di autoconsapevolezza e continua a confrontarsi con altri colleghi supervisori; se il discepolo è docile e motivato, si possono operare piccoli “miracoli” di autoconoscenza. Ad ognuno poi il compito di far tesoro o meno di quanto scoperto.

 

NB      1.  Per statuto epistemologico e per dovere deontologico, lo psicologo non può offrire valutazioni di tipo morale. = accettarsi così come si è

            2. d’ora in poi il linguaggio presumerà questa notazione, ma si tratterà di teologia=fede

 

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[i] S. Francesco di Sales, Lettera a Monsignor Andrea Fremyot, Arcivescovo di Bourges (5 ottobre 1604), in Tutte le lettere, 1, Paoline, Roma 1967, p. 518.

[ii] Benedetto XVI, Deus caritas est, 3 : « Il cristianesimo, secondo Friedrich Nietzsche, avrebbe dato da bere del veleno all'eros, che, pur non morendone, ne avrebbe tratto la spinta a degenerare in vizio. Con ciò il filosofo tedesco esprimeva una percezione molto diffusa: la Chiesa con i suoi comandamenti e divieti non ci rende forse amara la cosa più bella della vita? Non innalza forse cartelli di divieto proprio là dove la gioia, predisposta per noi dal Creatore, ci offre una felicità che ci fa pregustare qualcosa del Divino?».

[iii] Opinione espressa a voce in un colloquio con chi scrive da parte di padre P.G. Cabra.

[iv] È una delle scoperte centrali della psicologia moderna, difficilmente riassumibile in due righe. Ma ci provo: è il meccanismo per cui il paziente vede nel terapeuta non solo la persona concreta che ha di fronte, ma anche e soprattutto la figura del padre, la madre, la persona amata, la persona odiata…. di cui si sta discutendo in terapia.

[v] Sottilissimo meccanismo per cui il terapeuta cerca compensazione alle proprie ferite attraverso l’ascolto e il dialogo con il paziente.

 

 

don Paolo Mojoli

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