Sono sette sfide che vanno affrontate non solo per contribuire alla “protezione della dignità, dei diritti, e della libertà di tutti i soggetti di mobilità umana”, ma anche per...
del 15 febbraio 2018
Sono sette sfide che vanno affrontate non solo per contribuire alla “protezione della dignità, dei diritti, e della libertà di tutti i soggetti di mobilità umana”, ma anche per...
Diciotto associazioni cattoliche hanno sottoscritto sette punti sul tema migranti da presentare ai diversi schieramenti politici che si presentano al prossimo appuntamento elettorale. Il documento è stato firmato anche da Salesiani per il Sociale – Federazione SCS impegnata in Italia con strutture di prima e seconda accoglienza di msna (minori stranieri non accompagnati).
Alla conferenza stampa è intervenuto anche Don Giovanni D’Andrea, presidente dell’associazione, che ha ribadito l’urgenza di creare una corretta cultura del fenomeno migratorio al di là degli stereotipi alimentati dai media.
Gli enti cristiani impegnati a vario titolo nell’ambito delle migrazioni sentono la necessità di aprire uno spazio di confronto in cui dare voce alle esigenze di convivenza civile e di giustizia sociale che individuano come prioritarie, per il bene di tanti uomini e donne di cui si impegnano a promuovere i diritti e la dignità.
Sulla base delle esperienze sul campo, ispirandoci ai costanti appelli di Papa Francesco ad accogliere, Proteggere, Promuovere, Integrare i migranti e i rifugiati e richiamando i 20 punti proposti dal Dicastero per la promozione dello sviluppo umano integrale del Vaticano per la stesura del Global Compact, l’accordo sui migranti e sui rifugiati che verrà adottato dalle Nazioni Unite nel 2018, le diciotto associazioni cattoliche hanno elaborato sette proposte per altrettanti ambiti nei quali è cruciale intervenire al più presto.
Le associazioni che hanno firmato questa “agenda” sono: Acli, Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo (ASCS Onlus), Associazione Papa Giovanni XXIII, Azione Cattolica, Centro Astalli, Centro Missionario Francescano Onlus (Ordine dei Frati Minori Conventuali), CNCA, Comboniani, Comunità Sant'Egidio, Conferenza Istituti Missionari Italiani, F.C.E.I., Federazione Salesiani per il Sociale, Fondazione Casa della carità, Fondazione Somaschi, GiOC - Gioventù Operaia Cristiana, Istituto Sturzo, Movimento dei Focolari Italia, Paxchristi, U.I.S.G
Sono sette sfide che vanno affrontate non solo per contribuire alla “protezione della dignità, dei diritti, e della libertà di tutti i soggetti di mobilità umana”, ma anche per “costruire una casa comune, inclusiva e sostenibile per tutti”. Riforma della legge sulla cittadinanza; nuove modalità di ingresso in Italia perché “serve un nuovo quadro giuridico per accogliere quanti arrivano nel nostro paese senza costringerli a chiedere asilo. A fronte di flussi migratori che gli esperti definiscono sempre più come misti, creare una divisione politica tra richiedenti asilo e “migranti economici” è difficile, anacronistico e inefficace. Bisogna andare oltre”, scrive il comunicato ufficiale. Regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”. “Gli stranieri irregolari –riporta ancora il comunicato stampa - seguendo i modelli di Spagna e Germania, dovrebbero avere la possibilità di essere regolarizzati su base individuale, qualora dimostrino di avere un lavoro, di avere legami familiari comprovati oppure di non avere più relazioni col paese d’origine. Si tratterebbe di un permesso di soggiorno per comprovata integrazione, rinnovabile anche in caso di perdita del posto di lavoro alle condizioni già previste per il permesso attesa occupazione”.
Un altro punto è l’abrogazione del reato di clandestinità. “Il reato di immigrazione clandestina – scrive ancora il comunicato - che è ingiusto, inefficace e controproducente, è ancora in vigore: va cancellato al più presto, abrogando l’articolo 10-bis del decreto legislativo 26 luglio 1998, n. 286. Ampliamento della rete SPRAR Lo squilibrio a favore dei Cas, i Centri di Accoglienza Straordinaria, è ancora troppo forte e a risentirne è la qualità dell’accoglienza. L’obiettivo deve essere riunificare nello SPRAR l’intero sistema, che deve tornare sotto un effettivo controllo pubblico, che deve prevedere l’inserimento dell’accoglienza tra le ordinarie funzioni amministrative degli enti locali e che deve aumentare in maniera sostanziale e rapida il numero di posti totali”.
Infine le ultime due sfide: valorizzazione e diffusione delle buone pratiche e l’effettiva partecipazione alla vita democratica.
Redazione ACIstampa
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