Un prodigio si sta compiendo: il Signore sta tessendo, cellula dopo cellula qualcosa di nuovo e unico. Stiamo aspettando una bambina, poco importa se...
del 08 maggio 2017
Un prodigio si sta compiendo: il Signore sta tessendo, cellula dopo cellula qualcosa di nuovo e unico. Stiamo aspettando una bambina, poco importa se...
Forse era l’estate 2008, in una serata passata a parlare di noi, ci guardammo negli occhi e anche se non sapevamo quando, avevamo capito che avevamo nel cuore lo stesso desiderio: formare una famiglia.
Da quell’estate sono passati 7 anni, intensi, pieni di treni presi, di telefonate durate ore (grazie alle offerte della nostra compagnia telefonica!), di lacrime versate, ma quando il Signore ha il suo progetto su di te e ne sei consapevole è difficile andare fuori strada perché dovresti mentire a te stesso.
Ci siamo dati un appuntamento col Signore il 10 Ottobre 2015 in una piccola chiesa sui colli bolognesi circondati dai parenti più stretti e dagli amici. La nostra famiglia è nata quel giorno. Quando per il Signore lasci tutto, come diceva il nostro Vangelo, Lui ti ricompensa cento volte tanto!…e non scherza! Inizia a farlo subito con una nuova casa, nuove amicizie, buone notizie e dopo un anno e mezzo circa con il dono più grande, una cosa preziosa, una nuova piccola grande vita da custodire, proteggere e far diventare grande!
Un prodigio si sta compiendo: il Signore sta tessendo, cellula dopo cellula qualcosa di nuovo e unico. Stiamo aspettando una bambina, poco importa se il test genetico ci ha rivelato che c’è una buona probabilità che abbia la Sindrome di Down, non perché ci attacchiamo alla bassa probabilità che sia sana ma perché noi abbiamo pregato per un figlio. Punto.
Siamo coraggiosi? Non lo sappiamo. Chi non è coraggioso di questi tempi a scegliere la vita? Quando ti bombardano di informazioni e domande che ti porterebbero dall’altra parte… in Austria (dove abitiamo), e non osiamo immaginare nel nostro Bel Paese, il nostro ginecologo ci ha detto che facciamo parte del 10% delle coppie che decidono di portare avanti la gravidanza di un bambino affetto dalla Sindrome di Down. C’è da dire che il nostro “villaggio” è composto da parenti e amici che ci sostengono, anche a distanza, anche con la preghiera. Non abbiamo sentito un solo “Oh, mi dispiace!” ma una vera apertura all’ascolto, a quello che è il nostro pensiero, a quella che è la strada che abbiamo davanti.
Una nostra cara amica ci ha detto “siete benedetti perché il Signore sta venendo proprio in casa vostra”; questa frase ci è rimasta nella testa ed è silenziosamente diventata parte delle nostre preghiere del nostro speciale “avvento”. Sì, noi siamo in attesa di una nuova e sorprendente vita. Naturalmente ci chiediamo cosa vuol dire attendere questa vita. Prima di tutto non vediamo l’ora di avere la nostra bambina tra le braccia, e raccontarle tante storie e cantarle filastrocche e canzoni. Allo stesso tempo, umanamente, ci chiediamo “saremo davvero in grado di tenerla tra le braccia? Non è meglio che resti un po’ più al calduccio nel pancino della mamma?”.
Non sappiamo ancora come comportarci…impareremo, un passo alla volta! La certezza è che ci stravolgerà la vita! Ogni giorno è una nuova scoperta,le parliamo, preghiamo per lei, per noi e per i futuri nonni. Ci capita di attendere la prossima ecografia iniziando a pensare a chi può assomigliare di più, altre volte pensiamo che sarebbe meglio lasciarle un po’ di privacy (è molto timida e delle volte si gira, ci da la schiena, come a dire “lasciatemi in pace”).
Crediamo che l’emozione più forte e bella è stata quando abbiamo sentito per la prima volta il battito del suo cuoricino e il primo pensiero è stato “ecco cosa il nostro amore ha creato”. Anche il primo calcetto non scherza! È incredibile pensare a come da poche cellule si riesca a formare una nuova vita, un cuore che batte, braccia, gambe e tutto procede con una complessità assurda ma allo stesso tempo sembra essere tutto semplice.
Che meraviglia la creazione! Siamo davvero dentro un’ esperienza particolare e tutta nuova, e siamo solo al primo figlio!
Giorgia e Cosimo
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