Una vita senza maschere

Oggi siamo chiamati ad una nuova sfida educativa: quella di aiutare i giovani a non naufragare nel vastissimo mare di incontri virtuali via Internet

Una vita senza maschere

del 28 dicembre 2016

Oggi siamo chiamati ad una nuova sfida educativa: quella di aiutare i giovani a non naufragare nel vastissimo mare di incontri virtuali via Internet

 

Il Carnevale è una delle feste più amate dai bambini. Il segreto del suo successo sta nell’emozione di poter vestire, per una volta, i panni del proprio eroe preferito.

Immaginiamo un ragazzino che vede tutti i giorni i telefilm di qualche super eroe. A Carnevale potrà trasformare in realtà il sogno di indossare il suo costume, la sua maschera, il suo mantello. Potrà muoversi come lui ed immaginare di combattere qualche super nemico cattivo.

Agli inizi del terzo millennio, sembra che questo bisogno di Carnevale non si limiti più ai bambini e ad un certo periodo dell’anno. Il desiderio di calarsi in un mondo virtuale e di vivere emozioni diverse sta contagiando sempre di più i giovani, spingendoli a sperimentare momenti di vita fuori dalla realtà.

C’è, ad esempio, chi utilizza Internet per cercare incontri sentimentali. Esistono siti specializzati in questo tipo di attività. In alcuni casi è possibile pubblicare la propria fotografia, con una scheda personale che descrive l’anima gemella che si sta cercando. A volte si ha l’impressione di trovarsi in una specie di “supermarket dell’amore”, in cui la “merce” esposta, però, ha un cuore ed un’anima.

Sono lontani i tempi del colpo di fulmine, dei mazzi di fiori e delle serenate sotto il balcone. Invece di uscire di casa, sforzandosi di incontrare le persone, oggi si preferisce l’ipotetica scorciatoia di Internet.

Come per incanto, sullo schermo si possono materializzare i desideri più disparati: dalla ricerca di un amore all’interpretazione di una doppia vita, mascherata in un Carnevale senza fine.

Il bisogno di costruirsi un’esistenza parallela attraverso la rete non è necessariamente negativo. Può anche rappresentare il desiderio di sperimentarsi, di mettersi alla prova, di osservarsi in dimensioni diverse da quella abituale. Oppure, semplicemente, c’è la voglia di tuffarsi in un mondo di fantasia, lontano dalla monotonia di quello reale.

Nella vita di tutti i giorni, a volte, i giovani vivono pressioni molto forti. I mezzi di comunicazione impongono modelli di perfezionismo schiaccianti. Tutto deve essere bello e irraggiungibile come negli spot pubblicitari o sulle copertine di certe riviste.

Ecco perché alcuni ragazzi avvertono la sensazione di non farcela e di non riuscire a raggiungere certi modelli. Allora sentono il bisogno di indossare delle maschere e di rifugiarsi in dimensioni virtuali. E’ un modo per cercare di muovere liberamente, senza essere giudicati.

Ovviamente il rischio di un’eventuale vita virtuale può essere quello di cercare una fuga dalla realtà. Dietro la scelta ripetuta di creare relazioni sul web può nascondersi l’incapacità di costruire rapporti veri. Ed è qui che bisogna fare attenzione.

Basta poco per accorgersi che non siamo più noi a comandare il computer, ma che è il computer a guidare i nostri gesti o addirittura le nostre emozioni. A volte il “clic” del mouse scandisce il ritmo di una non-vita che rischia di prendere il posto di quella reale.

Oggi siamo chiamati ad una nuova sfida educativa: quella di aiutare i giovani a non naufragare nel vastissimo mare di incontri virtuali via Internet.

La rete non è uno strumento da demonizzare. Bisogna semplicemente utilizzarla nel modo giusto, stimolando i ragazzi a non bere passivamente tutto ciò che viene proposto attraverso certi siti.

È importante essere vicini ai ragazzi ed insegnare loro come vivere serenamente la loro dimensione di fantasia, con gioia e buon senso. In questo modo, il Carnevale di Internet tornerà ad essere una parentesi vissuta in modo sano, per lasciare poi spazio ad un autentico confronto quotidiano con il mondo che ci circonda.

 

Carlo Climati

https://it.zenit.org

 

 

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