Elena, una ragazza che ha partecipato al Ritiro MGS sulla Spiritualità Giovanile Salesiana, tenutosi a Caorle il 21/22 ottobre, ci racconta com'è andata...
del 02 novembre 2017
Elena, una ragazza che ha partecipato al Ritiro MGS sulla Spiritualità Giovanile Salesiana, tenutosi a Caorle il 21/22 ottobre, ci racconta com'è andata...
Il 21 e 22 Ottobre abbiamo vissuto il primo dei tre ritiri spirituali che il Movimento Giovanile Salesiano organizza tutti gli anni per noi giovani provenienti da varie realtà salesiane e, più in generale, per i giovani che hanno a cuore lo spirito salesiano.
Queste due giornate sono state molto intense fin da subito, infatti sabato pomeriggio il ritiro si è aperto con un incontro, tenuto da don Igino Biffi, riguardo il tema del discepolato cristiano. (puoi scaricare il suo intervento QUI)
Siamo partiti dal significato molto bello che la parola discepolo racchiude, cioè colui che segue l’insegnamento di qualcuno riconosciuto come maestro vivendone i principi o, in altre parole, colui che impara un’arte diventando a sua volta maestro di quest’arte.
Don Igino grazie a vari esempi di discepoli cristiani, di cui si è servito durante l’incontro, ci ha aiutato a capire e a riflettere dandoci degli spunti, per certi versi anche molto provocatori, su chi è un vero discepolo. Partendo dalla convinzione che il discepolo cristiano esiste solo se decide di resistere alla sua battaglia quotidiana, don Igino ci ha aiutato a capire che dobbiamo prendere consapevolezza delle nostre paure e fragilità e reagire, in quanto proprio la fragilità può diventare l’Arte della trasformazione, cioè il grembo in qui Dio nasce e porta luce dentro ognuno di noi. Quindi ci ha invitato a non fermarci ma a consegnare tutto, fragilità comprese, perché solo facendo così ci possiamo liberare dalle nostre armature che, ci fanno sentire protetti ma, non ci permettono di amare sinceramente e fino in fondo, e diventare davvero discepoli, per cominciare a sognare e progettare la Chiesa di domani, facendo venire voglia di Gesù tutti i giorni, già all’interno dei nostri oratori.
Dopo l’incontro e una magnifica merenda abbiamo potuto riflettere personalmente su cosa ci aveva più colpito.
A seguire la recita dei vespri, la cena, la serata di giochi organizzata dai ragazzi dell’oratorio di Godego e infine un momento di adorazione, in cui siamo potuti stare un po’ davanti a Gesù tutti assieme.
La domenica abbiamo avuto la grazia di ascoltare la testimonianza della figlia di Attilio Giordani, venerabile cooperatore salesiano.
Maria Grazia ci ha raccontato molto bene la vita di suo papà, ripetendoci molte volte che l’aspetto più importante che ha sempre contraddistinto Attilio era il suo esserci tutto. Quando si trovava di fronte a una persona lui in quel momento sapeva essere solo ed esclusivamente tutto per lei.
Era sempre molto impegnato in oratorio ma per lui la sua famiglia era la cosa più importante. È proprio nel matrimonio con Noemi, rispondendo assieme alla loro vocazione, che sono riusciti ad essere uno la preziosità dell’altro. Maria Grazia ha detto che la mamma, per il papà, è stata il dono più grande che Gesù gli ha fatto.
Amava così tanto la sua famiglia che ogni sera, nonostante il suo grande impegno quotidiano in oratorio con i ragazzi e le loro famiglie, cantava e faceva delle piccole scenette di teatro per i figli.
È stato davvero bello ascoltare la testimonianza di Maria Grazia su Attilio, vero esempio concreto di discepolo di Gesù.
Possiamo dire che queste due giornate sono davvero volate, perché senza rendercene conto era già arrivato il momento di tornare a casa, ma come sempre siamo tornati con il cuore un po’ più vivo e con la consapevolezza che queste esperienze, che viviamo con i nostri amici, una volta tornati a casa continuano a crescere nel cuore e continuano ad incontrarsi nella preghiera e questo ci permette di continuare a camminare e provare ad imparare assieme a diventare discepoli di Gesù.
Elena Rech
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