Maria Chiara, 21 anni, studentessa in infermieristica, che ci racconta un'esperienza che le ha letteralmente cambiato la vita. Una storia limpida e fresca che ha ad Haiti il suo centro...
del 25 settembre 2017
Maria Chiara, 21 anni, studentessa in infermieristica, che ci racconta un'esperienza che le ha letteralmente cambiato la vita. Una storia limpida e fresca che ha ad Haiti il suo centro...
Maria Chiara, 21 anni, studentessa in infermieristica, che ci racconta un'esperienza che le ha letteralmente cambiato la vita, tanto da darle un vero 'indirizzo vocazionale'. Alla base delle sue parole torna il tema di fondo dei mesi scorsi: i giovani cercano la felicità? Dove e come la cercano, e dove e come la trovano?
La storia di Maria Chiara, che ringraziamo per aver condiviso quanto ha vissuto, è una storia limpida e fresca, come la gioventù sa donare, e trova in Haiti il suo centro: un'isola poverissima, che da tre estati è la meta della sue 'vacanze' di volontariato.
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Ad Haiti ho conosciuto me stessa e ho trovato la mia casa tra le persone: io penso che ci si senta a casa quando si è felici, spudoratamente felici, ed io ho avuto la fortuna di scoprire qual è la mia casa a 18 anni.
Sono tre anni che vado ad Haiti per fare attività e animazione con i ragazzi e bambini del posto e mi ricordo ancora le sensazioni provate la prima volta, quando sono atterrata su quella terra: una botta di calore, caos, confusione, polvere e colori. Un alternarsi di cemento e dipinti alle pareti, un cocktail di immagini nuove per i miei occhi, ma che hanno colpito diritte il cuore.
Dopo la mia prima esperienza, rientrare in Italia e tornare alla vita di tutti i giorni è stato molto difficile, perché è stata ribaltata la mia scala delle priorità e dei desideri, e ad accompagnare le mie giornate era una bramosa voglia di tornare ad Haiti per capire perché io fossi così felice lì e non nel posto che ho sempre chiamato casa.
Nelle prime due esperienze (agosto 2015 e agosto 2016) è nato il desiderio di voler vivere come vivevo lì tutti giorni per il resto della mia vita, così ho deciso di studiare qualcosa che mi permettesse di essere utile nella mia piccolezza: ho scelto infermieristica.
Ci sono tanti motivi per cui io mi sono innamorata di quella terra, ma una delle lezioni più belle che Haiti mi ha regalato è quella di godersi ogni momento, perché ogni istante è prezioso. Lì la musica, per esempio, è sempre accesa al massimo volume creando un'atmosfera di festa. Ogni cosa che c'è vale per l'oggi, domani chi sa...
Questa estate per la prima volta non sono stata nella capitale, Port au Prince, ma ho fatto un mese a nord-ovest, ospitata da don Claudio Mainini, parroco di Mare Rouge, una cittadina che, oltre ad avere paesaggi mozzafiato, mi ha aiutato a confermare il desiderio di raggiungere questo paese dopo gli studi per farmi provocare quotidianamente.
Ogni persona che ho incontrato in queste mie esperienza ha lasciato un segno nel mio cuore con un gesto o una parola.
Le giornate iniziano all'alba e terminano quando brillano le stelle che illuminano gli occhi con il loro riflesso, riflesso che a volte cade nelle lacrime di gioia o dolore. Si vedono talmente tanti volti gioiosi, sofferenti, addolorati, speranzosi... che gli occhi devono sfogarsi ogni tanto.
È proprio bello farsi conoscere e conoscere, si crea un confronto che fa capire le diversità, ma si arriva sempre alla conclusione che tutti in fondo desiderano solamente essere felici, spudoratamente felici, in un modo o in un altro.
Potrei scrivere pagine e pagine di insegnamenti che Haiti mi ha regalato, ma è proprio la bellezza del viverli che li rende utili. Un suggerimento che mi sento di dare ai miei amici, e a tutti, è di fare una esperienza così nella vita: farsi sconvolgere da tutto senza avere paura di far crollare il proprio tutto perché si raggiungere un livello di povertà di spirito tale da mostrare l'essenziale e l'essenza di se stessi.
Maria Chiara
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