Coltivare le relazioni di amicizia aiuta la vita cristiana, la migliora.
del 09 dicembre 2016
Coltivare le relazioni di amicizia aiuta la vita cristiana, la migliora.
Ogni giorno ricevo, come forse anche voi, un sacco di immagini su Whatsapp. Meme (molto divertenti, soprattutto quando prendono in giro una squadra avversaria), frasi motivazionali (che mi ricordano che volere è potere), frasi di devozione (alcune sono davvero belle), domande e, ovviamente, frasi filosofiche attribuite ad Einstein o a papa Francesco (che probabilmente non hanno mai pronunciato).
Di tanto in tanto, tuttavia, ricevo delle immagini che voglio guardare più a fondo. L’ultima di queste raffigurava la Madonna. Era accompagnata da una frase del genere: “Amare Maria significa arrivare al Cielo e ascoltare Gesù che dice: ‘Dai, mia Madre già mi ha detto tutto su di te’ “.
Credo mi sia piaciuta particolarmente, perché mi ha ricordato quanto la vita cristiana sia simile alle relazioni, alla conoscenza degli altri. Penso che la vita cristiana si possa dividere in alcune fasi, simili a quelle che attraversiamo quando conosciamo qualcuno. Nessuno ha mille amici, ma sicuramente, se ne abbiamo qualcuno (anche se forse si possono contare sulle dita di una mano), sperimentiamo ciò che dice l’Ecclesastico: «Chi trova un amico trova un tesoro».
Ecco le fasi che attraversiamo in qualsiasi relazione e nella nostra vita di cristiani…
Tutto nasce con un primo interessamento all’altro, qualsiasi sia il motivo. Non sempre ci avviciniamo a Dio con la più pura delle intenzioni. Alcuni amici hanno trovato Cristo partecipando a degli incontri tra giovani cattolici perché interessati a conoscere una ragazza. La maggior parte delle amicizie nasce con un incontro tra sconosciuti, dal quale si è sviluppato un interesse per qualcosa di più. Noi non siamo mai stati degli sconosciuti per Dio, ma forse Lui lo è stato per noi… fino a quando l’abbiamo incontrato per la prima volta, e qualcosa in Lui ci ha affascinati… L’attrazione iniziale, la curiosità per un mistero che è apparso davanti a noi.
L’interesse non basta. È come una piccola scintilla, che però può spegnersi in qualsiasi momento. Quante persone abbiamo conosciuto per poi dimenticarle… Ogni amicizia richiede, nel tempo, una conoscenza sempre più profonda con l’altra persona. Con Gesù è la stessa cosa! La fede iniziale, che sia poca o molta, deve passare per un processo che permetta di conoscere Gesù sempre di più. Ci sono molti modi per farlo… per iniziare, il modo migliore è conoscerlo attraverso i Vangeli e i Sacramenti. E consiglio di studiare un po’… ricorrete al Catechismo, oppure cercate qualche amico che mi insegni qualcosa. Chi cerca trova!
Nessuna amicizia può prosperare se non ci facciamo conoscere. A volte, tuttavia, questo può risultare particolarmente difficile! Confidarsi con qualcuno può pesare, non vogliamo rischiare di ferirci, o forse pensiamo di non conoscere l’altro abbastanza da aprirsi con lui. Ma dobbiamo rivelarci a Gesù; non perché Lui non ci conosca, ma perché vuole che noi gli apriamo liberamente il nostro cuore. Il modo migliore per aprirci a Dio è attraverso la preghiera. Nella preghiera non ci sono barriere, e davanti al Suo sguardo ognuno può essere libero. È inoltre un ottimo modo per diventare più umili e camminare nella verità.
Più amiamo i nostri amici, e più dobbiamo avere pazienza nei loro confronti. E loro nei nostri. Anche nella vita cristiana la chiave è la pazienza. Gesù ha nei nostri confronti una pazienza infinita, e vuole da noi la stessa cosa. Non una pazienza qualsiasi, ma la pazienza di cui parla San Pietro, che si chiama hypomoné. Una pazienza piena di speranza, perché ha fiducia in Dio. Non significa soltanto sopportare stoicamente. Significa sapere che grazie alla mano di Dio tutto andrà bene. Oserei dire che dobbiamo avere pazienza anche nei confronti di Gesù, che tante volte cambia i nostri piani… ma lo fa sempre per il nostro bene!
Un buon amico ci dà un buon esempio. Il migliore amico che possiamo avere, Cristo, ci dà l’esempio migliore. E ci sono anche i santi… Ognuno di essi è unico, e ve ne sarà sempre uno disposto ad essere nostro amico! Aspettano soltanto che noi glielo chiediamo. Nella vita cristiana non è un male guardare alle virtù degli altri. Non per invidiarli, ovviamente (anche se a volte succede), ma per imitarli. Se ci aiuta a diventare davvero migliori, ogni cosa è buona.
O, in altre parole, amare. Nell’amicizia non è soltanto necessario provare affetto, ma va anche mostrato. E la cosa importante è ciò che è dietro alle dimostrazioni di affetto: l’amore per gli altri. A volte lo facciamo solo “in sordina”, ma è importante che l’altra persona se ne renda conto. Il culmine della vita cristiana è la carità, che deve portare alle opere: non basta ‘amare’ con la mente o con le mere intenzioni…
Non è poi così difficile fare un paragone tra la costruzione di un’amicizia e il percorso che facciamo nella vita cristiana. Per una ragione molto semplice: il cammino della vita cristiana consiste nel diventare sempre più amici di una persona: Gesù. Probabilmente si potrebbero aggiungere molte altre fasi nelle relazioni tra persone, e ancora di più in quella con Gesù. Una relazione estremamente ricca; è anche piena di rischi, che però vale la pena correre per trovare Dio e permettere che Lui trovi noi, che è ciò che più desidera.
di Kenneth Pierce (Traduzione di Valerio Evangelista)
tratto da: http://it.aleteia.org
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