Due suore raccontano la bellezza del discernimento: «Non ho mai una certezza matematica nella risposta, ma il Signore ama chi dona con gioia, e fa sperimentare la bellezza della vita vissuta per Lui e per i fratelli»...
del 05 luglio 2018
Due suore raccontano la bellezza del discernimento: «Non ho mai una certezza matematica nella risposta, ma il Signore ama chi dona con gioia, e fa sperimentare la bellezza della vita vissuta per Lui e per i fratelli»...
La Chiesa ha sempre affermato, nell'ambito delle scelte personali, l'importanza di un processo di discernimento e di chiarificazione degli eventi della propria vita attraverso la comprensione dei segni contenuti in essi. Abbiamo chiesto a suor Alessandra di 'Binario 5' di offrirci la sua testimonianza sul tema del discernimento:
«Cogliere i segni dei tempi e discernere cosa il Signore chiede: non è una cosa che si impara una volta per tutte ma penso che sia un allenamento arduo e intenso. Allenamento a fare silenzio, a mettersi in ascolto, abbassando le proprie difese, accogliendo ciò che il Signore mi chiede, lì dove mi aspetta. Senza visioni particolari che mi danno la certezza matematica di ciò che mi sta chiedendo, e senza segni eclatanti: infatti Lui non era nel vento, non nel terremoto e neanche nel fuoco, ma nel sussurro di una brezza leggera (1Re 19,11-13). Allenamento, allora, ad ascoltare questo sussurro, senza paura! Ma qui viene il bello! In che modo?
Se Dio si è fatto veramente uomo - e fin qui dovremmo essere tutti d'accordo, è proprio vero che continuiamo ad incontrarlo nelle persone che ci dona sul nostro cammino e nelle vicende della vita. La nostra storia è dunque storia di salvezza, piena della presenza di Dio, nonostante le nostre fragilità e debolezze. Quali ingredienti sono allora necessari per riconoscere i segni, quei cartelli stradali che indicano la via della felicità con Lui?
Nella mia storia d'amore con Gesù, fondamentale è stata la testimonianza viva e vivace del suo amore, attraverso tante persone che sono state per me punti di riferimento importanti, in particolare coloro che mi hanno accompagnato in questo cammino di discernimento, non sempre facile e sereno. Ho chiesto con insistenza al Signore di donarmi un cuore docile, capace di stupirsi davanti alle piccole e grandi meraviglie seminate lungo la mia strada; e ancora è stato molto importante allenarmi nella disponibilità a mettermi in gioco e a fidarmi di chi mi aveva preso per mano, sempre con lo sguardo rivolto in Alto!
Io avevo ben chiaro cosa volevo fare della mia vita: avrei voluto sposarmi, avere molti figli e diventare architetto. Era un sogno così presente e pressante tanto che ho intrapreso il corso di studi e mi piaceva anche molto! Ma la lotta interiore ha iniziato subito a farsi sentire: il Signore mi stava forse chiamando a costruire non solo case, bensì anche...il Regno dei cieli?! Proprio io, con tutte le mie fragilità e i miei spigoli? Tante erano le paure che abitavano il mio cuore: la paura di sbagliare, di lasciare, di rinunciare a sognare...
E' stato allora fondamentale condividere questa lotta interiore con una guida spirituale, un uomo di Dio che, senza dirmi cosa avrei dovuto fare della mia vita, si è messo al mio fianco facendomi da specchio in modo umile e discreto, ponendomi le domande giuste che buttavano il mio cuore sempre un po' più nell'Oltre dell'Amore!
Così ho sperimentato che quando ti abbandoni, ti viene dato molto di più; quando sogni con Dio, sogni cose grandi, perché è lì la tua felicità piena! E allora forse il Signore ha sempre abitato i miei sogni, li ha realizzati e portati a compimento: il dono più grande è essere sposa dell'Eterno Re, madre spirituale di tanti ragazzi e giovani che bussano al cuore e chiedono di essere accompagnati e sostenuti; e infine essere architetto del Regno dei cieli. Che bello!!!
In realtà il discernimento continua ad essere una palestra di vita, per le decisioni che ogni giorno sono chiamata a prendere; ogni volta cerco di mettermi in silenzio davanti alla Parola di Dio, cercando di lasciare che possa trovare spazio in me, perché si faccia Carne nella mia vita! E allora chiedo al Signore dove mi sta aspettando, cosa sta sognando per me...
Non ho mai una certezza matematica nella risposta, ma il Signore ama chi dona con gioia, e fa sperimentare la bellezza della vita vissuta per Lui e per i fratelli».
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A suor Nadia, invece, abbiamo chiesto di raccontarci cosa è emerso quando ha provato ad ascoltare dentro di sé l'origine, il senso e il 'gusto' di emozioni, affetti e desideri prodotti dagli eventi della vita. A tal proposito, le abbiamo anche domandato se il confronto con il testo sacro o con le sue scelte precedenti sia stato capace di 'costringerla' in qualche modo a valorizzare o a rivedere ciò che stava emergendo:
«Certamente ho provato diverse volte ad ascoltare e a far emergere le emozioni, gli affetti e i desideri che si agitano dentro di me e che fanno parte della mia persona, della mia vita e della mia storia. E' stato molto importante cercare di capire dove tutto ciò fosse diretto e mi volesse condurre.
E' una sensazione particolare, molto bella ed emozionante, che senti vera anche quando ciò che ti mostra non è quello che tu avresti scelto o desiderato. Contemporaneamente, sperimenti sia timore che attrazione verso ciò che percepisci appartenerti e rivelarti qualcosa di te che ancora non conoscevi.
Dopo questa fase occorre iniziare a realizzare quella scelta. Anche in questa tappa occorre rimanere in ascolto di altri suggerimenti ed emozioni che emergono mano a mano che si percorre la strada.
Mi raffronto spesso con la Parola di Dio, cercando di comprendere quali luci può accendere nel discernimento che sto compiendo. Importante risulta anche il confronto con qualcuno che mi conosce e che mi aiuta a interpretare in modo più profondo e autentico il testo sacro e le mie motivazioni.
I dubbi o i consigli che emergono da questi confronti trovano spazio in me, possono anche portarmi a nuovi orientamenti, ma spesso mi trovo a dover comprendere quali sono i dubbi 'buoni' e quelli a cui non dare troppa corda perché sono frutto solo della paura di scegliere.
Solitamente quando ho avuto il coraggio di farlo mi sono trovata a realizzare cambiamenti o a vivere esperienze che, se pur inaspettati, sentivo essere quelli giusti per me e quelli in cui Dio mi stava aspettando».
Sergio Ventura
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