Domenica delle Palme (Omelia)

«Si apre la Settimana Santa. Nel cuore della primavera, quando tutto nella natura parla di rinascita e di vita, la liturgia ci fa sostare alcuni giorni nel ricordo di eventi di sofferenza e di morte»...

Domenica delle Palme (Omelia)

 

La domenica delle Palme mette davanti al nostro sguardo Gesù Crocifisso.

Si apre la Settimana Santa. Nel cuore della primavera, quando tutto nella natura parla di rinascita e di vita, la liturgia ci fa sostare alcuni giorni nel ricordo di eventi di sofferenza e di morte.

Entriamo nel dolore di Gesù: la ferita interiore provocata dal tradimento di un amico, l'agonia alla ricerca della volontà del Padre, le umiliazioni, gli insulti, la condanna del processo e infine il cammino della Passione fisica fino al Calvario.

Perché tanto dolore? Perché è stato necessario tutto questo? Contro quale terribile nemico combatte Gesù in nome della nostra salvezza?

Ciò che sappiamo è che è stato necessario il sangue di Dio per liberarci, dunque grande è la nostra schiavitù. Grande è il mistero del male, del dolore, della morte: quel mistero che interpella ogni uomo e di fronte al quale è difficile trovare una spiegazione.

La risposta di Dio sta davanti ai nostri occhi nella Passione silenziosa di Gesù.

E' una parola che ci raggiunge nel silenzio. Il silenzio di Gesù davanti ai suoi accusatori: nessun lamento,  imprecazione o richiesta d'aiuto; nessun tipo di difesa verbale. Un silenzio paziente, privo di ogni superbia: Gesù parla, infatti,  se interrogato; obbedisce con mansuetudine alla richiesta di chi lo interpella – Pilato, i sommi sacerdoti durante il processo. Un silenzio squarciato autonomamente solo per la preghiera: la supplica al Padre durante l'agonia dell'orto e ancora l'invocazione sul Calvario e il suo supremo atto di affidamento.

Gesù è l'agnello condotto al macello prefigurato da Isaia; il re mite descritto nel suo ingresso a Gerusalemme, quando la folla lo acclama come Figlio di David. Il Figlio obbediente al Padre fino alla morte.

Il silenzio di Gesù ci invita a un ascolto attento del cuore. Ci invita a nostra volta a entrare in questo silenzio e a restare in ascolto della  parola di verità che custodisce per noi.

Guardando l'esempio di Gesù impariamo ad affidarci unicamente a Dio nel momento del dolore, noi così pronti a lamentarci e a ribellarci di fronte a ogni minima contrarietà.

Impariamo ad affidarci all'Amore, la parola più preziosa che il silenzio di Gesù pronuncia per noi attraverso il dono della sua vita.

Impariamo a camminare uniti a Lui, ad affrontare col suo aiuto ogni difficoltà.

Impariamo a rimanere nel suo Amore, sotto il suo sguardo; lo sguardo del Buon Pastore che dà la vita per le  pecore, accompagnandole  nella valle oscura della morte per poterle salvare.

E' lo sguardo che veniva rappresentato nell'antica iconografia dei crocifissi bizantini: Cristo raffigurato in posizione frontale con la testa eretta e gli occhi aperti, vivo sulla croce e ritratto come trionfatore sulla morte e sul peccato. Penso in particolare al Crocifisso di san Damiano che parlò a san Francesco, indicandogli la strada da seguire nella vita.

E' il cosiddetto Christus triumphans: il Cristo trionfatore che unifica nella croce i misteri della Passione e della Resurrezione.

La Settimana Santa che sta per aprirsi - culmine della Quaresima - ci richiama a entrare nel silenzio amante di Gesù e a contemplare, in questo silenzio, i momenti della sua passione.

E' un silenzio che ci richiama a rimanere più saldamente nel Suo amore- secondo l'invito del Maestro ai  discepoli  nell'ultima cena: “Rimanete nel mio amore”- e a sostare sotto la croce avvolti dal suo sguardo.

Gli occhi di Gesù vegliano su di noi, abbracciano ogni angolo della nostra vita -ogni necessità e bisogno- e ci chiedono in risposta confidenza e abbandono, nella consapevolezza che nulla di noi gli è estraneo.

La strada della preghiera ci aiuta a ricevere in dono da Gesù stesso la fiducia che il suo sguardo ci chiede e che spesso ci manca nei momenti difficili; il dono dell'amore con cui Egli stesso si è abbandonato al Padre sulla croce.

Il cuore della Primavera è l'amore di Gesù che dona la vita per noi attraverso la morte. E' il nuovo inizio che si dispiega nell'accoglienza del Suo abbraccio attraverso la fede; un inizio che si rinnova sempre, di fronte a ogni fine.

Non c'è buio infatti che non sia illuminato dall' amore di Gesù - “un amore forte come la morte”, come è scritto nel Cantico dei Cantici - in attesa del Giorno senza tramonto e di quella Primavera senza fine che verso cui siamo incamminati.

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