Era il 2 ottobre 1854 quando Domenico Savio fece l'incontro che gli cambiò la vita...
Il 2 ottobre 1854, in occasione della festa della Madonna del Rosario, Domenico a 12 anni, con il padre, incontra Don Bosco ai Becchi: è la tappa decisiva per il suo cammino verso la santità.
Domenico chiede a Don Bosco di essere ammesso nell'Oratorio di Torino, perché desiderava ardentemente studiare per diventare sacerdote. Don Bosco, stupito, gli disse: “Mi sembra che ci sia buona stoffa”. “Io sarò la stoffa: lei sia il sarto, allora”, aveva risposto Domenico.
INCONTRO DON BOSCO
Don Bosco, comprendendo il desiderio di Domenico di studiare per diventare prete e apprezzandone le doti eccezionali di anima e di intelletto, lo accoglie nel suo Oratorio di Torino, in zona Valdocco. Don Bosco diventa la guida spirituale alla quale Domenico corrisponde con entusiasmo e determinazione.
È allegro, amico fidato di tutti, specialmente di coloro che sono in difficoltà; assiduo e costante nei suoi impegni di studio.
Ai compagni, appena arrivato all'Oratorio, diceva: "Sappi che noi qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri". Procuriamo "soltanto di evitare il peccato, come un grande nemico che ci ruba la grazia di Dio e la pace del cuore, di adiempere esattamente i nostri doveri".
Il suo comportamento scuote ben presto l’ambiente dei ragazzi.
Con alcuni di essi fonda la “Compagnia dell’Immacolata” che si propone di essere d’aiuto ai compagni e di esempio in ogni cosa:e’l’8 dicembre 1854, giorno della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione.
Mamma Margherita disse a don Bosco: "Tu hai molti giovani buoni, ma nessuno supera il bel cuore e la bell'anima di Savio Domenico". E spiegò: "Lo vedo sempre pregare, restando in chiesa anche dopo gli altri; ogni giorno si toglie dalla ricreazione per far visita al SS.mo Sacramento... Sta in chiesa come un angelo che dimori in Paradiso".
Con Don Bosco rimane fino al 1 marzo 1857, quando, a causa di una malattia che si presenta subito molto seria, deve tornare in famiglia, a Mondonio. In pochi giorni, pur alternandosi qualche speranza, la situazione precipita, e Domenico si aggrava.
Muore a Mondonio il 9 marzo 1857, serenamente ed esclamando: ” Che bella cosa io vedo…”.
I suoi resti mortali si venerano nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino.
Don Bosco, che ne aveva conosciuto gli straordinari segni di santità, richiesto dagli stessi compagni di Domenico ne scrive la biografia.
Si diffonde ampiamente la fama della santità di Domenico Savio, e si moltiplicano le testimonianze, facendone crescere la devozione.
La Chiesa riconosce la sua santità, pure se giovanissimo. Papa Pio XI lo definì un “piccolo, anzi grande gigante dello spirito” e, nella basilica di S. Pietro in Roma, lo dichiara “beato” il 5 Marzo 1950. Il 12 Giugno 1954 lo proclama “santo”.
La sua festa si celebra il 6 Maggio.
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