Questa volta volta vorrei raccontarvi del lavoro che stiamo fecendo nelle tante cappelle che abbiamo attorno a Pugnido, in tanti piccoli o grandi villaggi che seguiamo...
del 24 novembre 2017
Questa volta volta vorrei raccontarvi del lavoro che stiamo fecendo nelle tante cappelle che abbiamo attorno a Pugnido, in tanti piccoli o grandi villaggi che seguiamo...
Carissimi amici come state?
Spero bene, qui la stagione delle piogge sta finendo lentamente cedendo il posto non all’inverno, ma alla stagione secca che e’ poi la nostra estate fino a maggio, ci prepariamo per essere “arrostiti”..
Abbiamo appena avuto la visita di una nostra grande amica, la signora Elisabetta, che con Maria Rita, Alberto e Lello, sono venuti per alcuni giorni a Gambella per inaugurare tre pozzi a mano per l’acqua, in tre differenti villaggi. Sono dei nostri fedelissimi amici, che ricordando il figlio Andrea, scomparso alcuni anni fa in incidente stradale, aiutano la nostra gente con il dono preziosissimo dell’acqua. Grazie.
Questa volta volta vorrei raccontarvi del lavoro che stiamo fecendo nelle tante cappelle che abbiamo attorno a Pugnido, in tanti piccoli o grandi villaggi che seguiamo, non solo con la presenza della chiesa ma con tante altre attivita’ e aiuti e infine anche nei due campi profughi che abbiamo vicino a Pugnido.
Prima i nostri incontri: una mattina presto andando a Pochalla a prendere la barca per andare nel fiume, ci piombano davanti alla macchina tre leoni, venuti fuori da una strada laterale. Subito fermiamo la macchina e li lasciamo andare un po’ distante. All’inizio sembravano delle mucche, tanto grandi erano, poi vedendoli correre e saltare come gatti, abbiamo realizzato che non erano leoni, ma lions. Hanno camminato per circa un’ora davanti a noi, 50 o 60 metri, andando nella nostra stessa direzione. Noi cercavamo con il clakson, o i fari, o il rumore del motore della macchina di mandarli dentro la foresta, ma niente. Poi e’ arrivato un grosso camion e allora ci siamo messi dietro pensando che sarebbe passato, ma anche l’autista di questo camion aveva paura e ha aspettato pazientemente, infine e’ arrivato un motociclista dall’altra parte, cosi’ tutti fermi, con i tre leoni in mezzo, noi che facevamo rumore con la macchina e il motociclista con la sua moto e alla fine i leoni sono usciti dalla strada e entrati nella foresta e cosi’ siamo potuti passare. Proseguendo nella strada abbiamo incontrato una persona con la bicicletta che andava a Pugnido, gli abbiamo detto di stare attento che c’erano tre leoni, ma lui ha proseguito. Poi abbiamo sentito che arrivando al punto dove erano entrati nella foresta, sono usciti di nuovo in strada, lui allora ha lasciato la bicicletta, era mattina e magari non avevano ancora fatto colazione, si e’ arrampicato su di un albero, mettendosi in salvo. Poi
è passato un autobus e lo ha tratto in salvo.
La scorsa settimana, tirando fuori il motore della barca dal nostro piccolo garage e cercando di montarlo, ci salta fuori un serpente dal motore. Tutti noi spaventati abbiamo fatto un salto, un serpente non molto grande ma sembra velonoso. Abbiamo cercato poi di stanarlo da dentro il motore con benzina e altro e alla fine e’ uscito, cosi’ alcuni giovani che erano gia’ pronti lo hanno ucciso con alcuni bastoni.
Infine nei nostri viaggi nel fiume, non lo incontriamo tante volte, ma questo mese lo abbiamo visto, abbiamo trovato Nyang, un mega coccodrillo penso lungo piu’ di 5 metri, ma soprattutto grosso grosso,
sempre piu’ o meno nel solito posto, ormai lo sappiamo. Quando le vediamo in lontananza cerchiamo di accelerare e girare al largo, salutandolo con la mano.
Alcune avventure che ci accompagnano nella visita ai villaggi, poi arriva il piu’ bello, che e’ l’incontro con la gente, con tanti ragazzi e bambini, che vengono alla catechesi, alla preghiera, all’incontro. Molti villaggi sono isolati gran parte dell’anno, soprattutto nella stagione della piogge, quando il fiume allaga laforesta e le vie di accesso. In quel periodo e’ difficile trovare il cibo, resta solo il pesce dal fiume, le rare scuole e le rare cliniche chiudono, per mancanza di insengnati, dottori, medicine, una vita veramente difficile e molto povera.
La nostra presenza in alcuni villaggi e’ di sostegno e supporto, la catechesi e la preghiera a Dio cercando di ravvivare sempre la fede, la creazione di oratori volanti per i bambini e ragazzi, palloni, campi, giochi, aiuti concreti al villaggio, alcuni pozzi per l’acqua potabile, dei mulini per avere la farina, la barca per portare qualcuno di ammalato a Pugnido.
Anche il lavoro nei campi profughi, soprattutto la domenica, girando nella varie chiese in legno, fango e erba e incontranto le varie comunita’ cristiane, il lavoro con i catechisti per aiutare piu’ persone possibili, nell’ascolto prima di tutto dei loro problemi, di cibo per i bambini, un futuro per i ragazzi almeno nella scuola, di un lavoro per i piu’ grandi. Qui non tanto mancano le cose materiali, ma la speranza per un futuro, nessuno vuole restare per sempre in un campo profughi.
Molte volte di fronte a tutte queste necessita’ ci sentiamo come una goccia in un mare, ma noi lavoriamo per il regno dei cieli, un regno dei cuori che sorpassa ogni difficolta’ e problema e arriva fino agli estremi confini del mondo, come il nostro.
Una preghiera oggi per questa gente e un ricordo per voi da parte mia. A presto
Don Filippo Perin
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