L'associazione che porta il suo nome, come principale scopo, ha la promozione della maternità...
Quando lo scorso 28 febbraio, Elisa Lardani morì improvvisamente nel dare alla luce la sua quarta figlia, la sua storia fece il giro del mondo in pochi giorni e commosse chiunque. La sua famiglia perdeva una madre, una moglie, una sorella e una figlia eccezionale.
Il dolore per la sua scomparsa fu immenso, però, anche per la sua “famiglia allargata”: decine, forse centinaia, di amici, conosciuti in Italia e all’estero, anche grazie agli apostolati portati avanti con il marito, Luca Marchi. I coniugi, infatti, sono stati per anni direttori dell’Ufficio Famiglia della diocesi di Orvieto-Todi, diventando anche membri di Servi Familiae, associazione che porta avanti il progetto Mistero Grande.
Donna carismatica nella sua normalità, Elisa era capace di rendere straordinaria ogni cosa quotidiana: in famiglia, nella sua attività di psicologa, nell’impegno laicale a servizio della Chiesa.
Per dare continuità all’apostolato familiare portato avanti per anni assieme al marito ma – soprattutto – per non perdere la memoria di una persona eccezionale, lo scorso ottobre, è nata l’associazione Elisa Lardani Marchi – Corpo dato per amore, che, come principale scopo, ha la promozione della maternità, in particolare delle maternità difficili.
“L’associazione non è frutto di una mia iniziativa – ha spiegato a Zenit Luca Marchi – è stato il sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani, a proporla per primo. Io l’ho accolta con gioia: mi sembrava il miglior modo per non perdere la bellezza che mia moglie ha seminato nella sua vita”.
Le famiglie Lardani e Marchi non disponevano di un patrimonio economico così grande da poter dare vita a una fondazione. In compenso Elisa aveva lasciato un notevole patrimonio spirituale, ereditato da tutte le coppie che lei e il marito hanno formato, consigliato e sostenuto.
Dopo essersi preso qualche tempo per riflettere sul taglio da dare alla nuova realtà associativa, Luca pensò inizialmente alla creazione di un centro di accoglienza per le famiglie in difficoltà. Strutture del genere, tuttavia, ne erano già presenti numerose sul territorio della diocesi di Orvieto e in un po’ tutta l’Umbria.
È così maturata l’idea di creare una sala di allattamento presso l’Ospedale Santa Maria della Stella ad Orvieto, dove Elisa aveva patito la sua fatale emorragia nel partorire la piccola Maddalena.
“Io e mia moglie abbiamo sempre creduto che l’allattamento sia l’atto materno più bello e che il latte materno sia l’alimento migliore per un bambino nei suoi primi mesi di vita – racconta Marchi -. Maria, la nostra terza figlia, è stata allattata per trenta mesi!”.
Emerse quindi l’idea di acquistare un macchinario per il reparto maternità, tuttavia, come rilevato dal primario, il prof. Patrizio Angelozzi, “i macchinari diventano obsoleti in pochi mesi”.
È stato allora lo stesso Angelozzi a proporre l’apertura di una sala di allattamento per andare incontro alle esigenze delle neomamme, la cui dimissione sia prevista in un momento successivo a quella del neonato: si previene in questo modo il rischio malattie per i piccoli.
“Il direttore sanitario ha accolto molto bene la nostra proposta – dichiara Marchi -. Anche la presidente della Regione Umbria, Katiuscia Marini, si è detta entusiasta del progetto”.
Al cuore dell’iniziativa ci sono tanto i pazienti quanto gli operatori sanitari, categoria alla quale anche Luca Marchi appartiene, in qualità di infermiere: “Abbiamo pensato a creare dei gruppi terapeutici per gli operatori sanitari – spiega -. Ci sono psicologi, colleghi di Elisa, che si sono resi disponibili per gruppi utili alle aree sottoposte a ‘stress’, ovvero l’’area critica’: pronto soccorso, terapia intensiva, sala operatoria, dove l’operatore è in continuazione di fronte alla vita e alla morte”.
C’è poi il versante ‘musicale’ dell’associazione. Sia per Luca che per Elisa, che per i loro familiari, la musica è sempre stata una parte fondamentale della propria vita: molti di loro hanno cantato o suonato uno strumento, trovando in Orvieto, sede di Umbria Jazz Festival, una cornice ideale per la loro grande passione.
“Elisa è cresciuta con la musica, suonava il pianoforte e il violoncello e ha studiato al conservatorio – racconta il marito -. Il suo strumento prediletto era però la chitarra che lei suonava, ad esempio, in carcere, quando facevamo volontariato con i detenuti, ma anche nelle nostre preghiere quotidiane o con i bambini”.
Tutto ciò, adesso, rivive nell’attività dell’associazione, che ha scelto di portare la musica nei luoghi di sofferenza, mettendo in cantiere una vera e propria stagione musicale e puntando su un po’ tutti i generi: classica, jazz, pop, rock.
Lo scorso 2 gennaio, ad esempio, al Santa Maria della Stella si sono esibiti i Funk Off, gruppo toscano molto popolare anche a Orvieto, che ha, per certi versi, segnato a vita dei coniugi Marchi, durante le sue performance a Umbria Jazz.
“I nostri figli li adorano, sono cresciuti a pane e Funk Off… – dice Luca -. Il 2 gennaio hanno suonato a ginecologia, a pediatria, alla terapia, passando anche per il luogo dove è morta Elisa: vederli suonare proprio lì, è stata un’emozione immensa”.
Tanti altri sono i progetti dell’associazione Elisa Lardani, che saranno sviluppati a pieno, nel corso del biennio 2016-2017. “È un modo per vivere ancora l’essenza di Elisa nella nostra realtà locale, attraverso una spiritualità ‘coi piedi per terra’, profondamente ancorata al quotidiano”, conclude Luca.
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Per info e approfondimenti, si può visitare la pagina Facebook Elisa Lardani Marchi. “CORPO DATO PER AMORE”.
Alla campagna di foundraising si può prendere parte, effettuando una donazione sul conto corrente dell’associazione all’Iban IT76Y0622025710000001001315. Intestazione:Associazione Elisa Lardani Marchi “Corpo dato per Amore”. Causale: progetto sala allattamento.
Luca Marcolivio
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