Estate Ragazzi”, un oratorio estivo in Vaticano - Riflessione

Forse per molti significherà poco, ma secondo che ci sia un oratorio in Vaticano è tra gli atti più rivoluzionari di Papa Francesco!

Estate Ragazzi”, un oratorio estivo in Vaticano - Riflessione

 

di Marco Pappalardo

 

 

Forse per molti significherà poco, ma che ci sia un oratorio in Vaticano è tra gli atti più rivoluzionari di Papa Francesco! Certo, sarà solo un'esperienza estiva, ma è un buon segno se pensiamo che tutte le durature rivoluzioni hanno avuto inizio da qualcosa di poco significativo agli occhi del mondo. Perché rivoluzionario? Intanto serve a rompere un po' di schemi, per esempio una certa gabbia fatta di protocolli esteriori legati all'ordine, al silenzio, all'abbigliamento, allo stare inquadrati. La novità, infatti, non è tanto nella presenza di bambini e di ragazzi, ma di come vi staranno dentro con una certa quotidianità. Non saranno lì in visita, a svolgere un servizio, a partecipare ad un evento, tutti belli inquadrati e strutturati, bensì giocheranno per lo più, grideranno, correranno, balleranno, canteranno, persino schiamazzeranno! 

 

Sani rumori si diffonderanno tra le sacre mura e i sacri palazzi, trasformandoli nei muri scrostati di tanti oratori di quartiere e nelle palazzine attorno con la vita reale di chi vi abita spesso con fatica. Disturberanno probabilmente luoghi e persone forse troppo abituati, non al silenzio, ma ad una quiete fin troppo accomodante a volte, poiché mentre il silenzio parla e nel silenzio si ascolta, al contrario certa quiete rischia di trasformarsi in ozio e mera routine. Questo non è un male, anzi il fatto di sentirsi disturbati, il venire distratti, può diventare l'occasione di sentirsi vivi. In mezzo a tante statue ed immagini evocative fisse nei secoli, questi ragazzi in frotta saranno icone religiose in carne ed ossa, brani di Vangelo urlanti, pagine bibliche in maglietta, pantaloncini e cappellino. Ogni pallonata immaginiamola come un atto d'amore per Dio, ogni canto di gruppo ascoltiamolo come quella voce cantilenante che ha destato un santo come Agostino, e quanto tutti abbiamo bisogno di essere destati! Naturalmente si pregherà e guai agli oratori in cui non si prega più, con la semplicità di una famiglia e con l'intensità di un santuario! E che ne penserà San Pietro? Sì, proprio lui che era con Gesù quando ha invitato a diventare come bambini per entrare nel regno dei cieli e ha chiesto di non allontanarli dalla sua presenza. Verranno giorni di festa in questo tempo difficile e, ai tempi non facili di Don Bosco e del suo oratorio, era proprio la banda musicale dei suoi oratoriani a ricordarlo a tutti dando speranza. 

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