La giovane sopportò con grande coraggio e fede la malattia che la portò alla morte il 19 agosto 2011. La sua vicenda raccontata ne libro "Un gancio in mezzo al cielo"...
del 12 aprile 2019
La giovane sopportò con grande coraggio e fede la malattia che la portò alla morte il 19 agosto 2011. La sua vicenda raccontata ne libro "Un gancio in mezzo al cielo"...
Dopo la traslazione nel Santuario della Spogliazione di Assisi del corpo di Carlo Acutis, stroncato dalla leucemia a 15 anni, e ricordato dal Papa nell’esortazione ai giovani Christus vivit, un altro giovanissimo intraprende il cammino verso la santità. È il caso della quattoridicenne Giulia Gabrieli che ha lottato contro un tumore, e per la quale domenica sera è stata aperta la causa di beatificazione al Santuario di Stezzano dal vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi.
Giulia Gabrieli è morta a 14 anni il 19 agosto del 2011, proprio negli stessi istanti in cui a Madrid si concludeva la Via Crucis della Gmg; la malattia l'ha colta a dodici anni, un sarcoma partito dalla mano sinistra l'ha costretta a due anni di cure, affrontate col sorriso. «Dichiarava tutto il suo amore per il Signore, al punto da indurre qualcuno a convertirsi. È stata sempre circondata dalla famiglia, che ne ha condiviso il percorso: aveva una misteriosa forza d'attrazione», ha raccontato tempo fa monsignor Beschi, a TV2000.
Il vescovo conobbe Giulia in occasione di una circostanza toccante, i funerali di Yara Gambirasio, uccisa a Brembate. «Giulia era una ragazza solare, che amava comunicare e conoscere persone – ricordò a TV2000 anche il papà Antonio –. Giulia mi ha fatto conoscere la grande gioia della fede».
Il suo sogno di scrivere un libro è diventato realtà grazie all'aiuto di Fabio Finazzi, a lungo giornalista di Avvenire e oggi al Corriere della Sera. Intitolato Un gancio in mezzo al cielo (Paoline)raccoglie i suoi pensieri durante la malattia. Parole in cui Giulia ha condensato tutta la sua volontà di non piegarsi di fronte al male.
Il Santuario della Madonna dei Campi di Stezzano, scelto per l'apertura della fase diocesana del processo di beatificazione, era un luogo particolarmente caro a Giulia. Il vescovo Francesco Beschi ha offerto una sua riflessione mentre il papà di Giulia, Antonio, in rappresentanza dell'associazione “Con Giulia”, ha salutato e a ringraziato per l'avvio del processo.
Giulia aveva affrontato la malattia con una forza inspiegabile per i suoi pochi anni. Secondo quanto raccontato da familiari e amici era lei che, con serenità, sosteneva gli altri. Fino all'ultimo cercò di fare una vita normale, per esempio affrontando gli esami di terza media. Non si poteva muovere e i professori la esaminarono nel salotto della sua casa, meravigliati della preparazione che aveva nonostante i mesi di ospedale e cure.
«Domenica 3 marzo sarebbe stato il ventiduesimo compleanno di Giulia Gabrieli», scrive sul sito della diocesi di Bergamo il vice postulatore don Mattia Tomasoni, «in quel giorno, parenti e amici si sono ritrovati nel Santuario della Madonna dei campi a Stezzano, luogo molto caro a Giulia, per celebrare insieme l’Eucarestia. Il Vangelo quel giorno, ci riconsegnava il celebre monito sapienziale per cui ogni albero si riconosce dai suoi frutti: “ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene”».
Tomasoni spiega le prossime tappe dell’inchiesta diocesana per accertare la santità della giovane Giulia: «In questa prima fase», scrive, «l’obiettivo è quello di raccogliere tutta la documentazione volta a dimostrare l’esercizio “eroico” delle virtù da parte della serva di Dio. In primo luogo sono stati già raccolti gli scritti editi di Giulia che verranno esaminati dai teologi censori, i quali, oltre a tracciare un profilo spirituale, per come emerge dagli scritti, controlleranno che non vi sia in essi niente di contrario alla fede e alla morale cattolica. Una seconda tipologia di fonti riguarda ogni tipo di documento concernente Giulia e anche quanto è nato attorno a lei, come la fondazione “con Giulia” e le sue attività. Tale grande lavoro di raccolta è fatto dalla Commissione storica che, alla fine, dovrà stendere a sua volta una relazione documentata a riguardo. Un ultimo grande insieme di materiale è infine composto dalle molte testimonianze delle persone che l’hanno conosciuta che avranno modo di essere interrogate dal Tribunale ecclesiastico. Al termine della fase diocesana tutto il materiale raccolto verrà inviato a Roma, presso la Congregazione delle Cause dei Santi, per essere a sua volta analizzato dalle persone incaricate. Il lavoro che ci sta davanti è lungo e chiede di essere svolto con accuratezza e precisione. Non vuole essere una mera complicazione burocratica che toglie freschezza alla testimonianza della santità, ma è il modo concreto scelto dalla Chiesa per garantire l’autenticità della testimonianza facendo in modo sia che non vada persa, sia che possa essere poi goduta con tutta la profondità e la verità che merita».
Famiglia Cristiana
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