Ci sono romanzi che lasciano un segno nel cuore degli uomini. Raccontano storie di uomini e donne che toccano i nostri sentimenti. Questo mese vi segnaliamo il libro di Dostoesvkij, I fratelli Karamazov.
L’amore è un tesoro così inestimabile che con esso puoi redimere tutto il mondo e riscattare non solo i tuoi peccati ma anche i peccati degli altri.
Fedor Karamazov, uomo abietto e dissoluto, incapace d'amare, ha quattro figli: Dimitrij, violento e passionale, ma anche generoso. Ivàn, raffinato intellettuale ateo, incapace di accettare le incongruenze del mondo. Alësa (o in altre traslitterazioni Aljoscia), illuminato dalla fede e dall’amore per il prossimo, novizio nel convento di padre Zosima. Smerdjakov, illegittimo ed epilettico, tenuto in una condizione di servo che alimenta l'odio verso il padre e i fratelli. Grusenka, bellissima usuraia pronta a concedersi per denaro, suscita una sfrenata passione nel vecchio Fedor e in Dimitrij, approfondendo l'abisso che li divide.
Quando Fedor viene trovato ucciso è accusato Dimitrij. Ivàn scopre però che è stato Smerdjakov, istigato dalle sue teorie sulla necessità del delitto. Sconvolto vorrebbe accusarlo, ma così emergerebbero le sue responsabilità. Dimitrij viene condannato e deportato in Siberia e Smerdjakov si uccide.
L'angoscia procura a Ivàn tremende allucinazioni. Crede di parlare con Satana e gli estenuanti colloqui distruggono il suo equilibrio psichico. Rimane solo Alësa, impotente testimone della tragedia. Con intatta fede negli uomini riunisce intorno a sé un gruppo di ragazzi. Solo lui si innalza su tutti luminoso: non riesce a essere, come avrebbe voluto l'autore, il vero protagonista, ma nella sua buona fede e candore, accogliendo con spirito religioso gli avvenimenti, gli sfoghi e le confessioni dei fratelli, diventa il naturale commentatore della vicenda.
Il romanzo è un grandioso affresco sulle domande fondamentali dell’esistenza umana, e una tra tutte emerge prorompente: “Dio esiste?” E se esiste come è conciliabile con la sofferenza dei bambini?
La trama è solo un pretesto per scandagliare le sfaccettature dell'animo umano che si confronta lacerandosi in un doppio abisso, incerto tra luce e tenebra, è l'amore che guida i passi dell'anima in tensione tra Dio e la passione sfrenata.
Nella maggior parte gli uomini, anche i malvagi, sono di un animo molto più ingenuo e più semplice di quanto in generale si creda. E così del resto siamo anche noi.
Chi mente a se stesso e presta ascolto alle proprie menzogne, arriva al punto di non distinguere più la verità, né in se stesso, né intorno a sé.
Con l'amore tutto si riscatta, si salva tutto. Se io, che sono un peccatore come te, mi sono commosso e ho avuto pietà di te, tanto più ne avrà Dio. [...] Va' e non temere.
Ma annientate nell'uomo la fede nella propria immortalità, e non solo in lui si inaridirà di colpo l'amore, bensì qualsiasi forza vitale in grado di perpetuare la vita nel mondo. E non basta: allora non vi sarà più nulla di immorale e tutto sarà lecito, persino l'antropofagia.
È il diavolo a lottare con Dio, e il loro campo di battaglia è il cuore degli uomini.
Si ha voglia di vivere, e io vivo, anche a dispetto della logica. Posso magari non credere nell'ordine delle cose, ma le foglioline vischiose che spuntano a primavera mi sono care, mi è caro il cielo azzurro e mi sono care certe persone, che a volte – lo crederesti? – non si sa neppure perché si amino, e mi sono care certe conquiste umane, nelle quali, forse, ho smesso di credere da un pezzo.
I bimbi non hanno mangiato nulla e non sono ancora colpevoli di nulla. Ami i bambini Alëša? Lo so che li ami, e capirai perché voglio parlare solo di loro. Se sulla Terra soffrono anch'essi terribilmente è certo per i loro padri, sono puniti per i loro padri che hanno mangiato il frutto proibito: ma questo è un ragionamento dell'altro mondo, incomprensibile per il cuore dell'uomo quaggiù sulla Terra. Non si può far soffrire un innocente a causa di un altro.
Il segreto dell'esistenza umana non sta solo nel vivere, ma in ciò per cui si vive. Senza sapere con certezza per che cosa vive, l'uomo non accetterà di vivere e si sopprimerà pur di non restare sulla Terra, se anche intorno a lui non vi fossero che pani.
"Mamma" le rispondeva "non piangere, la vita è un paradiso, e tutti noi siamo in paradiso, e non vogliamo saperlo; ma se lo volessimo sapere domani stesso tutto il mondo si trasformerebbe nel paradiso."
Cari amici miei: non abbiate paura della vita! Com'è bella la vita, quando si fa qualcosa di buono e di vero!
Fëdor Michajlovič Dostoevskij fu un famoso scrittore, giornalista e filosofo russo. Venne educato in casa fino al 1833 e in seguito fu costretto dal padre a studiare per diventare un ingegnere militare; subito dopo la laurea, infatti, decise di seguire la propria vocazione letteraria. Visse diversi eventi traumatici, tra cui una finta esecuzione e l'esilio. Nelle sue opere cercò di esplorare la condizione umana: i suoi romanzi, oltre a contenere elementi autobiografici, trattano anche di questioni morali e filosofiche. I suoi personaggi presentano punti di vista contrastanti o idee sulla libertà di scelta, sul socialismo, sull'ateismo, sul bene e il male e sulla felicità.
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