II DOMENICA DI AVVENTO Anno B

In tempi di gravi difficoltà sanitarie, economiche, familiari, relazionali, educative… il Signore ci offre una parola di novità, un nuovo inizio (guarda caso, è proprio la primissima parola di tutto il vangelo, il lieto annunzio dell’evangelista Marco). Tutto ciò che è lontano da Cristo perde la sua valenza, si dimostra irrimediabilmente passeggero.

II DOMENICA DI AVVENTO Anno B

 

In tempi di gravi difficoltà sanitarie, economiche, familiari, relazionali, educative… il Signore ci offre una parola di novità, un nuovo inizio (guarda caso, è proprio la primissima parola di tutto il vangelo, il lieto annunzio dell’evangelista Marco). Tutto ciò che è lontano da Cristo perde la sua valenza, si dimostra irrimediabilmente passeggero.

 

Lo stesso Dio ci parla di profondissima e autentica consolazione: ogni nostra lacrima verrà asciugata. Non si tratta di una bella favola a lieto fine, non è un’illusione. Il Signore Gesù si è fatto uomo per donarci la speranza vera.

 

L’apostolo Pietro afferma che il Signore aspetta a rivelarsi negli ultimi tempi per un motivo ben preciso: affinché tutti abbiano modo di pentirsi.

 

Infatti, c’è una grandissima tentazione nella nostra vita, acutizzata dalle ultime vicende di pandemia e di pessimismo generale che rischiano di regnare sovrani. La tentazione consiste nel credere che gli avvenimenti ci capitino per caso, per sfortuna o fortuna, per qualcuno addirittura per magia (o per un generico e orientaleggiante karma).

 

Invece, anche questo tempo può essere vissuto da umili, ma efficaci protagonisti.

 

Pensiamo alla concretezza delle nostre esistenze: quante arrabbiature inutili e distruttive, corse sfrenate al successo, all’ultima moda, al modello più elegante di automobile, superficialità, tempo sprecato e non trascorso con le persone che amiamo. Per non parlare dei rimorsi che ci pungono (e di fronte ai quali magari non facciamo nulla per superarli).

 

Grazie, Signore, per la consolazione che ci doni in questa domenica, in questa settimana, in tutta la nostra esistenza.

 

Ci affidiamo con fiducia a tutti i santi e le sante che hanno compiuto un apostolato «del sorriso»: non una maschera facciale come a dire «andrà tutto bene» (e intanto la situazione peggiora come un vortice). Invece, un sorriso segno di profonda consolazione ricevuta da Dio e ri-donata ai fratelli.

 

Don Paolo Mojoli sdb

 

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