In questo percorso di Quaresima vogliamo presentare alcuni luoghi che segnano la vita cristiana. Oggi presentiamo il Getsemani, l’orto degli ulivi, dove Gesù pregò prima di essere catturato e crocifisso.
Il Monte degli Ulivi: si tratta di un’altura che sorge ancora oggi a est di Gerusalemme, e che un tempo era ammantata di ulivi, appunto, dai quali ha preso il nome. Gli arabi la chiamano invece Jabal at-Tur, “monte della Sommità”, ma anche “monte per eccellenza”, “monte santo”. Qui, ai piedi del Monte, un tempo sorgeva il Getsemani, meglio noto come Orto degli Ulivi, un piccolo appezzamento di terra nel quale Gesù si ritirò in preghiera e dialogò con Dio dopo l’Ultima Cena, poco prima di andare incontro al Suo destino.
Ma più in generale il Monte degli Ulivi è citato nelle Scritture come lo scenario di vicende importanti per la storia della cristianità. Vediamo quali.
Il profeta Zaccaria è il primo a citare il Monte degli Ulivi. Se le sue profezie sono corrette, sarà dal Monte degli Ulivi che inizieranno a risorgere tutti i morti alla fine dei tempi, per accogliere il ritorno di Gesù: “In quel giorno i suoi piedi si poseranno sopra il monte degli Ulivi che sta di fronte a Gerusalemme verso oriente, e il monte degli Ulivi si fenderà in due, da oriente a occidente, formando una valle molto profonda; una metà del monte si ritirerà verso settentrione e l’altra verso mezzogiorno” (Zc 14,4). Questa è la ragione per cui gli ebrei hanno iniziato a usare il monte come luogo di sepoltura fin da tempi remoti, e ancora oggi sono disposti a pagare cifre notevoli per poter riposare lì. Il cimitero ebraico infatti si estende ancora sul pendio del Monte degli Ulivi. Ha più di tremila anni ed è il cimitero più antico del mondo. È possibile visitarlo e camminare tra le oltre 150.000 tombe, alcune recenti, altre antichissime e quasi del tutto cancellate dalla lenta e implacabile erosione del tempo.
Anche la cittadina di Betania, da dove provenivano Lazzaro, Marta e Maria, gli amici di Gesù, e Simone, il lebbroso da Lui guarito, sorgeva alle pendici orientali del Monte degli Ulivi.
Il Monte degli Ulivi sarebbe stato anche dove ha avuto luogo l’Ascensione di Gesù al Cielo. Ne parla Luca nel suo Vangelo, raccontando dell’incontro con i discepoli lungo la strada tra Betania di Giudea e Gerusalemme (Luca 24,51) e negli Atti degli Apostoli leggiamo: “E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo». Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato” (Atti 1:10-12).
Per questa ragione il Monte degli Ulivi è chiamato anche Monte dell’Ascensione.
C’è anche una caverna in cui secondo la tradizione evangelica Gesù ha insegnato ai discepoli la preghiera del Padre Nostro.
Abbiamo accennato a Gesù nell’Orto degli Ulivi. Ecco come i Vangeli raccontano quell’ultima sera che segna l’inizio della Passione di Gesù: “Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare” (Matteo 26:36). Rimasto solo, Gesù si rivolge a Dio Padre. È stanco, colto da dubbi che prima non aveva, e chiede a Dio se il suo sacrificio sia davvero necessario: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi»” (Matteo 26:39). Alla fine tuttavia accetta il Proprio destino e si prepara ad affrontare la Passione e la morte.
“Ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!” (Matteo 26,47-48)
Sebbene l’episodio dell’Orto degli Ulivi sia presente in tutti i Vangeli tranne quello di Giovanni, è il Vangelo di Luca che racconta in modo più toccante l’agonia di Gesù nel Getsemani, primo e irrimediabile passo verso la Passione. “Allora gli apparve un angelo dal cielo per rafforzarlo. Ed essendo in agonia, egli pregava ancor più intensamente; e il suo sudore diventò come grosse gocce di sangue che cadevano in terra” (Luca 22,43-44). La sofferenza di Cristo è quasi palpabile, la Sua lotta interiore diviene reale in quel sangue che trasuda dal Suo corpo, quasi una profezia del dolore e della sofferenza che verranno. Solo, abbandonato dagli amici che dormono, smarrito di fronte a Dio Padre che non gli risponde, davvero la Sua agonia è uno dei momenti più alti e significativi della Sua missione nel mondo.
Tratto da: Il monte degli Ulivi, tra i luoghi più cari a Gesù - Holyblog
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