In questo percorso di Quaresima vogliamo presentare alcuni gesti liturgici, per comprenderne meglio il significato. Oggi parliamo del “Segno della Croce”.
Prima del V secolo gli artisti cristiani non hanno osato rappresentare Gesù crocifisso perché la croce era uno strumento di supplizio infamante.
Ma il segno di croce è attestato fin dal II secolo, come atto di fede: esso afferma che la nostra salvezza viene dalla passione e dalla morte di Cristo sul legno della croce, divenuto albero di vita perché Cristo è risorto.
In origine si tracciava una piccola croce sulla fronte. Essa indicava che Cristo aveva preso possesso del catecumeno e rimandava essenzialmente alla liturgia battesimale. Era prima di tutto la cifra e il segno distintivo (in latino character) dei soldati di Cristo!1
Il segno di croce più ampio sembra sia comparso nel VII secolo nella chiesa bizantina, nel contesto della controversia monofisita. Il fedele d'oriente si segnava nel nome della Trinità con due dita (l'indice e il medio), cosa che esprimeva la sua fede nelle due nature - umana e divina - di Cristo. Il segno di croce più ampio diventa di uso comune nel IX secolo. Gli orientali utilizzano allora tre dita (pollice, indice e medio), mentre l'anulare e il mignolo restano ripiegati nel palmo della mano: in questo modo affermano la loro fede nella Trinità e nella duplice natura di Cristo. Il fedele porta le tre dita alla fronte, al petto, poi dalla spalla destra alla spalla sinistra. Nell'XI secolo il segno di croce ampio si estende all'occidente. Qui il simbolismo delle dita viene progressivamente abbandonato e si porta la mano aperta alla fronte, al petto, poi dalla spalla sinistra alla spalla destra. Questa differenza si attesta probabilmente nel momento in cui si approfondisce la divisione tra oriente e occidente.
Segno della passione, cifra del cristiano, gesto di fede, il segno della croce allontana lo spirito del male e viene utilizzato di frequente nella liturgia e nella pietà cristiana.
Le parole che lo accompagnano hanno subito molte variazioni: "Il segno di Cristo", oppure: "In nome di Gesù", e infine: "Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo". All'inizio dell'ufficio, i presbiteri e i monaci si segnano cantando: "O Dio, vieni a salvarmi". Certi religiosi, come i domenicani, si segnano le labbra dicendo: "Signore, apri le mie labbra". Al momento della proclamazione del vangelo, il celebrante e i fedeli si tracciano un segno di croce sulla fronte, sulle labbra e sul cuore perché la parola di Dio illumini la loro mente, risuoni sulle loro labbra e converta il loro cuore. Con il segno della croce il cristiano proclama la sua fede nel Cristo che salva e nella Trinità, nel nome della quale è stato battezzato. Questo gesto è l'habitus del cristiano. "Vi indicherò il modo più semplice di pregare. Lo conosciamo tutti. È il segno della croce"2.
Tertulliano vede nel segno della croce un gesto che ritma la giornata del cristiano.
Tutte le volte che iniziamo o terminiamo qualcosa, tutte le volte che entriamo o usciamo di casa, quando ci vestiamo, ci mettiamo i calzari, andiamo al bagno, ci mettiamo a tavola, accendiamo le lucerne, andiamo a letto, ci sediamo, qualsiasi sia l'occupazione alla quale ci accingiamo, facciamo sovente sulla nostra fronte un piccolo segno di croce.
Tertulliano, La corona 3,4
Il segno della croce è un gesto talmente abituale che Tertulliano vede in esso un argomento per dissuadere le donne cristiane dallo sposare un uomo pagano.
E davvero ti potrai nascondere, quando fai sul tuo letto e sul tuo stesso corpo il segno della croce... quando anche di notte ti svegli per pregare? E non si penserà che pratichi la magia?
Tertulliano, Alla moglie 11,3-3
Al contrario, la coppia cristiana si segna alla luce del sole, sotto lo sguardo di Cristo.
Che unione quella di due fedeli, uniti da una stessa speranza, da un unico desiderio, da un unico modo di vita, dallo stesso servizio! ... Si fanno elemosine senza preoccupazione, sacrifici senza problemi, i doveri quotidiani senza impedimento; non ci si deve fare il segno della croce di nascosto, rendere grazie con preoccupazione, benedire in silenzio ... Vedendo e ascoltando tutto ciò Cristo gioisce ... Dove sono due, c'è anche lui.
Tertulliano, Alla moglie II,8,7-8
Il segno della croce allontana dal cristiano lo spirito del male.
Quando sei tentato, segnati devotamente la fronte: è il segno della passione, conosciuto e sperimentato contro il diavolo se lo fai con fede, non per essere visto dagli uomini... Segnandoci con la mano la fronte e gli occhi allontaniamo colui che tenta di annientarci.
Pseudo-Ippolito, Tradizione apostolica 42
Prima dell'immersione nell'acqua del battesimo, il segno della croce sulla fronte - seguito da una seconda unzione su tutto il corpo - permette al nuovo battezzato di lottare contro lo spirito del male.
Dopo la rinuncia al diavolo, dopo l'adesione a Cristo, dato che siete diventati ormai familiari e non avete più nulla in comune con quello, subito il ministro ti invita a ricevere il sigillo e sulla fronte ti traccia il segno della croce. Siccome infatti è naturale che quella bestia, nel sentire queste formule, si infuria ancora di più - è proprio spudorata! - e voglia saltarti addosso alla sola visione, [il ministro,] imprimendo sulla tua fronte il segno di croce tramite l'unguento, reprime tutta la sua furia.
Giovanni Crisostomo, Catechesi terza prebattesimale 7
Il segno della croce sul petto scaccia i pensieri cattivi.
Un giorno il venerabile Benedetto prendeva cibo ed era già sera inoltrata. Uno dei suoi monaci, figlio di un procuratore, gli reggeva la lucerna davanti alla mensa... e incominciò a rimuginare in cuor suo e a dire fra sé: "Chi è costui al quale sto accanto mentre mangia, reggendogli il lume come fa un servo? E chi sono io per servire costui?". Ma l'uomo di Dio, voltatosi all'improvviso verso di lui, prese a rimproverarlo severamente, e disse: "Fatti il segno della croce sul cuore, fratello! Che cosa stai dicendo? Fatti il segno della croce sul cuore!"
Gregorio Magno, Dialoghi II,20,1
Il segno della croce con il quale si dà anche la benedizione unisce il mistero della santa Trinità a quello della redenzione, dal momento che si pronuncia il nome delle tre persone divine disegnando una croce: "Nel nome del Padre (sulla fronte) e del Figlio (a livello della vita) e dello Spirito santo (dalla spalla sinistra alla spalla destra, o inversamente per gli orientali). Amen". In questo percorso simbolico viene riassunta tutta la vita, ispirata da un amore che va sino alla fine e che al di là delle nostre sofferenze e della nostra morte ci conduce con il Cristo alla vita eterna.
Robert Le Gall, Les Symboles catholiques, Assouline, Paris 19993, p. 24
Quando fai il segno della croce, fallo bene. Non così affrettato, rattrappito, tale che nessuno capisce cosa debba significare. No, un segno della croce giusto, cioè lento, ampio, dalla fronte al petto, da una spalla all'altra. Senti come esso ti abbraccia tutto? Raccogliti dunque bene; raccogli in questo segno tutti i pensieri e tutto l'animo tuo, mentre esso si dispiega dalla fronte al petto, da una spalla all'altra. Allora tu lo senti: ti avvolge tutto, corpo e anima, ti raccoglie, ti consacra, ti santifica. Perché? Perché è il segno della totalità e il segno della redenzione. Sulla croce nostro Signore ci ha redenti tutti. Mediante la croce egli santifica l'uomo nella sua totalità, fin nelle ultime fibre del suo essere.
Romano Guardini, I santi segni, p. 23
1 Agostino di Ippona, Discorsi,302,3
2 J.-M. Lustiger, Primi passi nella preghiera, Lindau, Torino 2008, P. 22.
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Tratto da: P. Christopeh, La bellezza dei gesti del cristiano, Qiqajon.
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