Il Card. Cupich sente che la Chiesa è chiamata ad essere adulta e capace di ascolto...
Interrogato dalla giornalista de La Nacion, Elisabetta Piquet, il vescovo di Chicago mons. Blase Cupich ha detto che il paragrafo 85 della Relatio finale del sinodo, quello sul discernimento per i divorziati risposati, è riflesso di una polarizzazione che esisteva tra i padri sinodali. E comunque ritiene molto “interessante che due terzi dei vescovi lo abbiano votato”, dimostrando di non considerare rilevante il fatto che la quota sia stata raggiunta per un solo voto.
L’arcivescovo americano, che ha partecipato al sinodo per diretta nomina papale, ha specificato che c’è stata “una polarizzazione in alcuni momenti della discussione”, ma non interpreta la votazione come se “qualcuno ha vinto o perso”. Questo voto, secondo Cupich, “dice che i vescovi chiedono che ci sia un cammino per i divorziati risposati che soffrono per questa loro situazione. I vescovi hanno detto che hanno bisogno di una cura speciale per loro, hanno bisogno di un modo per integrarli nella Chiesa e dovrebbero essere coinvolti più profondamente nella liturgia della Chiesa. Per me è stata una dichiarazione molto forte e una forte indicazione al Papa.”
Poi mons. Cupich si esprime su di un tema a cui ha già dimostrato di tenere particolarmente, vale a dire quello delle persone omosessuali. A proposito del fatto che la relatio finale lo menzioni appena, e in toni che riprendono in gran parte il Catechismo della Chiesa Cattolica, dice che “la commissione incaricata della redazione ha interpretato il sentire dell’assemblea e ha scritto quello che la maggior parte avrebbe potuto votare…”
Incalzato dalla giornalista sulla presenza di un blocco conservatore che si oppone al Papa, mons. Cupich, che è senz’altro un vescovo molto vicino al pontefice, ha detto “che non c’è mai un supporto al 100% per nessun papa, credo che non sia realista pensare che sia così”. A questo proposito ha ricordato il papato di S. Giovanni Paolo II, quando nella sua diocesi “c’erano sacerdoti che si opponevano al modo in cui faceva le cose e suppongo vi fosse anche qualche vescovo.”
Questo sinodo a parere di Cupich “apre un nuovo capitolo” per la Chiesa, “è un momento decisivo. Viviamo un momento di grazia per la Chiesa Cattolica, lo stesso che ho sentito durante il Concilio Vaticano II”. Infine, conclude l’arcivescovo di Chicago, “credo che il Santo Padre con il sinodo e la sinodalità ci chiama a essere una Chiesa adulta, dove abbiamo bisogno di ascoltarci gli uni gli altri per discernere la voce di Cristo oggi, nel mondo in cui viviamo.”
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