L'amore inatteso: al cinema si ride con la fede

L'amore inatteso: se il cinico avvocato all'improvviso incontra Dio. Il percorso intrapreso, però, modifica le relazioni con i suoi familiari e amici: in un ambiente in cui il tema religioso non è argomento di discussione, affrontarlo significa sottoporsi a un misto di commiserazione divertita e critica feroce.

Nelle sale arriva una commedia francese che ride dei cliché e dei pregiudizi su Chiesa, religione e cattolici. Il film diretto da Anne Giafferi e interpretato da Eric Caravaca.

La pellicola narra di Antonie, brillante avvocato parigino, marito e padre, che, in seguito, al colloquio con un insegnante del figlio inizia a frequentare, senza alcuna convinzione, la catechesi di una parrocchia. Dopo la derisione e lo scetticismo iniziale, poco alla volta, quegli incontri diventano indispensabili per raggiungere un nuovo equilibrio e una nuova serenità. 

Il percorso intrapreso, però, modifica le relazioni con i suoi familiari e amici: in un ambiente in cui il tema religioso non è argomento di discussione, affrontarlo significa sottoporsi a un misto di commiserazione divertita e critica feroce. Così Antoine si troverà a partecipare segretamente agli incontri bisettimanali di catechesi, sotto lo sguardo attonito e sospettoso della moglie. Alla fine, tuttavia, il percorso intrapreso lo porterà a ritrovarsi ma anche a migliorare i suoi rapporti con il figlio, il proprio padre e il fratello.

Interpretato da Eric Caravaca, Arly Jover, Valérie Bonneton, Jean-Luc Bideau e Benjamin Biolay, il film tratta il tema della riscoperta delle fede attraverso la riscoperta di se stessi, ma lo fa con umorismo, senza cadere nel proselitismo. Nulla di mistico, però, come ci tiene a sottolineare la stessa regista. "Non volevo che lo spettatore avesse l’impressione di sentirsi dire: 'se crede in Dio, andrà tutto meglio per Lei'. Ciò che mi interessava era di mostrare perché e come una persona 'normale', nel senso equilibrato e poco vulnerabile, possa, controvoglia, essere toccato dalla fede", racconta Anne Giafferi.

Il film, incentrato sulla sorpresa di trovare un grande amore, gioca e ride dei cliché e dei pregiudizi dei cattolici, ma anche dei pregiudizi sulla Chiesa e sulla religione.

Si può tornare a credere in Dio? Questa è la domanda che si pone la regista francese Anne Giafferi, nella suo primo film, la commedia dal titolo “L’amore inatteso”.

Il film è tratto dal romanzo autobiografico di Thierry Bizot, marito di Anne, “Catholique anonyme”, sul fenomeno francese dei “ricomincianti": la storia racconta di Antonie, brillante avvocato, sposato con due figli, che, partecipando ad un percorso di catechesi, riscopre una fede rimasta “bambina” per una vita. L’incontro, inatteso, irrazionale, sconvolgente (e un po’ vergognoso) con Dio scombussola la sua vita e i suoi rapporti con i colleghi di lavoro.

«Mi interessava mostrare – ha spiegato la regista – perché e in che modo una persona 'normale', ossia equilibrata e poco vulnerabile, possa essere suo malgrado toccata dalla fede.

E' un film che gioca con i cliché e i pregiudizi di cui la Chiesa cattolica è spesso oggetto. Si ride garbatamente dei credenti, ma anche di chi ha pregiudizi riguardo alla religione. Certo, il film parla di spiritualità, di ricerca del senso della vita, ma questi temi sono trattati con leggerezza, ironia e senza proselitismo. Ho cercato l'equilibrio tra un tema piuttosto serio e un genere tendente più volentieri verso la commedia».

 

Daniela Laganà

 

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