L'Opera di Fianarantsoa è un puzzle di attività e interventi che rendono completo il volto di don Bosco in questa città e regione del Madagascar
del 19 dicembre 2016
L’Opera di Fianarantsoa è un puzzle di attività e interventi che rendono completo il volto di don Bosco in questa città e regione del Madagascar
Carissimi amici,
con grande gioia vi scrivo questa lettera per incontrarvi e raccontarvi la mia vita.
Sono stato coinvolto in un ‘ciclone’ che mi ha strappato dal noviziato di Ambohidratrimo e mi ha trapiantato a Fianarantsoa come direttore della casa di formazione dei giovani salesiani. Ringranzio il Signore per la serenità d’animo che mi ha concesso per iniziare questa nuova avventura del tutto inattesa; a dire il vero, il cambio non mi ha messo in difficoltà anche perchè sui 19 giovani salesiani della comunità ben 11 sono stati miei novizi nei due anni precedenti.
Ho terminato l’anno di noviziato il 8 settembre, giorno in cui i novizi hanno fatto la loro prima professione; grande celebrazione di grazie e di lode al Signore per questi nuovi giovani salesiani.
Il giorno dopo ero in viaggio, assieme a loro, per la nuova destinazione.
La mia salute tiene bene e ringrazio il Signore per l’energia che ancora mi dona per affrontare tanti impegni e anche, perchè no, tante preoccupazioni sia riguardo alla formazione dei giovani salesiani, sia per trovare ciò che è necessario per le attività dell’opera salesiana.
L’Opera di Fianarantsoa è un puzzle di attività e interventi che rendono completo il volto di don Bosco in questa città e regione del Madagascar: dalla formazione dei giovani confratelli, alla parrocchia, all’oratorio con tutte le iniziative per i bambini/ragazzi più poveri di questo quartiere di periferia dove si sono affollate migliaia di famiglie fuggite dalle campagne devastate dai briganti (che non solo rubano, ma anche uccidono), per inseguire il ‘sogno’ di trovare in città una vita meno dura e più sicura; invece si sono trovate ancora più povere e spaesate di prima, prive di tutto (dalla casa, al lavoro, alla scuola, all’assistenza sociale e medica...).
Abbiamo, per queste famiglie e per i bambini, attività come l’alfabetizzazione, l’inserzione nelle scuole pubbliche (coprire le spese dell’occorrente scolastico e la retta mensile), i ragazzi di strada, le ragazze-madri, le famiglie disastrate e....
Ogni giorno offriamo circa 350 pasti ai bambini che sono inseriti nei nostri interventi.
Le attività che venti anni fa avevamo messo in moto per dare risposta a queste esigenze dei ragazzi, le ho ritrovate ben organizzate ed efficienti.
Quello che non si è potuto assicurare è la copertura economica di queste attività: giorno dopo giorno siamo alla ricerca delle risorse che ci servono per continuare il nostro servizio.
Vista l’asfissia economica che ci opprime, ci siamo chiesti se non sia più prudente limitare o addirittura interrompere alcune attività. Non l’abbiamo fatto e... non lo faremo mai.
Devo dirvi, con tanta gratitudine alla provvidenza, che da venti anni riusciamo a tener fede al nostro impegno verso questi ragazzi nonostante che le casse siano sempre vuote. E’ una grossa fatica, ma è anche bello e stimolante cercare e trovare sempre nuove e diverse sorgenti per aiutare questi ragazzi.
Stimolante e bello: alcuni giorni fa è venuto a trovarci un giovane che mi viene presentato come un ex ‘ragazzo della strada’; accolto dal nostro Oratorio e inserito nel centro di formazione al lavoro dove ha terminato i corsi, fu presentato per lo stage a una grossa società di Tananarive la quale, a fine stage, l’ha ingaggiato come operaio.
Nei primi giorni di permanenza a Fianarantsoa, in momenti diversi si sono presentati parecchi dei ragazzi che seguivo una ventina di anni fa: sono stato commosso anche perchè uno mi disse di aver iniziato una piccola impresa di costruzione, un altro una piccola società per scavare pozzi; tutti e due lo dicevano con fierezza e riconoscenza per essere stati aiutati e dicevano: “senza l’oratorio don Bosco non saremmo certamente arrivati a questo”. Non solo loro erano fieri della loro ‘sistemazione’, ma io più di loro. Questi risultati cancellano tutte le fatiche e i sacrifici.
Mi scriveva un amico che “il sorriso di un bambino non ha prezzo”.
Sono d’accordo anch’io con lui e aggiungo che “non c'è più bella consolazione che il vedere sbocciare un sorriso sul volto di un bimbo che piange”. Un sorriso che spunta sul viso di un bambino per una carezza, una parola o un aiuto ripaga tanti sacrifici e fatiche. Grazie al vostro aiuto, spesso ho la fortuna di vederlo e penso a voi che, sebbene siate all’origine del sorriso, non potete vederlo.
Ogni volta che posso aiutare i ragazzi mi sento orgoglioso, non tanto per me, ma per tutti voi che mi date occasione di farlo.
Colgo questa occasione per ringraziare tutti per quello che fate per la missione: grazie delle vostre preghiere, della vostra amicizia, dell’aiuto che con generosità e sacrifico inviate...
È con il cuore pieno di riconoscenza al Signore e a voi tutti, miei cari amici, che vi porgo i miei più belli e profondi auguri per il Natale che si avvicina.
Ci diamo ancora appuntamento alla notte santa e preghiamo gli uni per gli altri; io vi assicuro che avrò un ricordo particolare per ognuno i voi e chiederò al Signore di dare a ognuno quelle grazie di cui ha maggiormente bisogno. Il Signore non si lascia mai battere in generosità.
Di nuovo grazie e Buon Natale e un 2017 pieno della benedizione del Signore per voi e i vostri cari.
Con affetto, don Bepi Miele
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