Il 2 marzo in anteprima mondiale il film su Pio XII, pontefice spesso accusato di essere filonazista, che rivela finalmente...
Pio XII e la Shoah: fiumi d’inchiostro sono scorsi in merito all’accusa rivolta al pontefice di essere stato troppo “tiepido” di fronte all’orrendo e sistematico sterminio degli ebrei che si stava consumando prima e durante la seconda guerra mondiale. Nemmeno l’opera dispiegata da conventi e istituti religiosi cattolici per nascondere e proteggere migliaia di ebrei e perseguitati è servita a convincere dell’impegno di Pio XII contro il nazismo. Sebbene sia noto il sostegno che a questa rete di protezione attivata dai conventi venisse dall’allora sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Montini (futuro Paolo VI), uno dei diretti collaboratori di Pio XII, l’ombra del sospetto continua a gravare su Eugenio Pacelli, per alcuni il “Papa di Hitler”.
Oggi prova a ristabilire la verità su quel periodo e la figura del pontefice il film-inchiesta “Shades of Truth” (“Sfumature di verità”) che sarà presentato in anteprima mondiale in Vaticano il prossimo 2 marzo, anniversario della nascita e dell’elezione di Pio XII (Panorama 27 gennaio).
Scritto e diretto dalla regista Liana Marabini, il film prodotto da Condor Pictures in associazione con Liamar Media World, sarà presentato a maggio al festival di Cannes e a settembre a Philadelphia in occasione dell’ottavo incontro mondiale delle famiglie a cui parteciperà papa Francesco.
Per la regista, che ha lavorato per cinque anni su circa 100 mila pagine di documenti e testimonianze inedite di ebrei salvati dalla deportazione grazie all’intervento di papa Pacelli, questi fu in realtà lo “Schindler del Vaticano”. “Ne ha salvati dalla deportazione e dalla morte più di 800 mila – ha raccontato Liana Marabini a ilfattoquotidiano.it (27 gennaio) –: è un numero impressionante. Questa azione è stata compiuta in vari modi: dalle lettere e disposizioni che impartiva ai vescovi del mondo intero, nelle quali raccomandava l’assistenza a 360 gradi agli ebrei in pericolo, alle case e strutture della Chiesa, perfino all’interno delle mura vaticane, in particolare nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo, dove li nascondeva”. Un aiuto, “non solo spirituale, ma anche materiale. Un autentico esempio di coraggio e per questo il film vuole fargli giustizia”.
Anche il protagonista del film, il giornalista italo-americano di origine ebraica David Milano (impersonato dall’attore David Wall) svolge un’inchiesta su papa Pacelli del quale è in corso il processo di beatificazione, addentrandosi nello studio di documenti dell’Archivio Segreto Vaticano, che lo porteranno a ribaltare la tesi del “Papa di Hitler” in un epilogo che coinvolge anche la sua storia personale. Girato tra Roma, Asti, Berlino, New York, Lisbona e – ovviamente - nel territorio della Santa Sede, il film vede la partecipazione degli attori Christopher Lambert, Gedeon Burkhard, Marie-Christine Barrault e degli italiani Giancarlo Giannini e Remo Girone. Dopo l’anteprima mondiale in Vaticano, uscirà in 335 sale cinematografiche italiane, in 280 sale francesi, in Belgio, Germania, Stati Uniti, Argentina, Brasile, Australia, Spagna e Portogallo, per poi approdare in televisione. La pellicola è destinata a lasciare il segno anche grazie alle testimonianze inedite che contiene: “Ho studiato e letto tutto quello che era possibile e perfino inimmaginabile – ha raccontato Marabini -. Ho consultato centinaia di fonti storiche, in Vaticano e in altri luoghi. Ho incontrato persone, ho ascoltato e registrato le loro testimonianze, le ho filmate mentre evocano Pio XII con le lacrime agli occhi: sono tutti ebrei. Qualcuno ha più di novant’anni, altri sono discendenti, per lo più figli e nipoti, di ebrei salvati dal grande Pontefice, altri ancora esistono grazie a lui”.
Chiara Santomiero
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