“Ricordatevi bene: non abbiate paura di andare controcorrente! Siate coraggiosi! E così, come noi non vogliamo mangiare un pasto andato a male, non portiamo con noi questi valori che sono avariati e che rovinano la vita e tolgono la speranza. Avanti!”.
Abbiate il coraggio di andare controcorrente e di non farvi rubare la speranza da valori che fanno male come cibo avariato. È l’esortazione che Papa Francesco ha levato a gran voce all’Angelus di ieri mattina, davanti a circa 80 mila fedeli radunati in piazza San Pietro sotto la finestra del suo studio. Il Papa ha ricordato i martiri che oggi, più che in passato, “pagano a caro prezzo” l’impegno per la verità e il Vangelo. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Lo slancio di Papa Francesco è irrefrenabile e la gestualità e il tono di voce rendono bene, in modo “fisico”, il concetto espresso dalle parole: il Vangelo è una causa per donne e uomini impavidi, quelli che – ieri come oggi, e oggi sono più che ieri – non innestano la retromarcia se intravedono che la loro fedeltà a Cristo rischia di diventare pericolosa o addirittura fatale. Il mezzogiorno di Papa Francesco è un tuono che scuote gli altoparlanti di Piazza San Pietro e le coscienze, quando la sua voce si alza a ricordare quanti “uomini retti” preferiscano “andare controcorrente pur di non rinnegare la voce della coscienza, la voce della verità”:
"Persone rette, che non hanno paura di andare controcorrente! E noi, non dobbiamo avere paura! Fra voi ci sono tanti giovani. A voi giovani dico: Non abbiate paura di andare controcorrente, quando ci vogliono rubare la speranza, quando ci propongono questi valori che sono avariati (...) questi valori ci fanno male. Dobbiamo andare controcorrente! E voi giovani, siate i primi: Andate controcorrente e abbiate questa fierezza di andare proprio controcorrente. Avanti, siate coraggiosi e andate controcorrente! E siate fieri di farlo!".
L’applauso degli 80 mila sotto la finestra è quasi un riflesso automatico che incanala di ritorno l’energia accesa dal Papa. Che prende a modello S. Giovanni Battista, la cui festa liturgica è domani, e lo indica come un martire della verità al pari di tutti coloro che, dall’alba della Chiesa fin nelle pieghe della cronaca più attuale, hanno versato e versano il sangue per amore di Gesù:
“In duemila anni sono una schiera immensa gli uomini e le donne che hanno sacrificato la vita per rimanere fedeli a Gesù Cristo e al suo Vangelo. E oggi, in tante parti del mondo, ci sono tanti, tanti, - più che nei primi secoli – tanti martiri, che danno la propria vita per Cristo, che sono portati alla morte per non rinnegare Gesù Cristo. Questa è la nostra Chiesa. Oggi abbiamo più martiri che nei primi secoli”.
Martiri anche di un “martirio quotidiano” il quale, ripete Papa Francesco, non sempre passa per il sangue ma più spesso per quella “logica di Gesù, la “logica del dono”, che fa compiere “il proprio dovere con amore”:
“Quanti papà e mamme ogni giorno mettono in pratica la loro fede offrendo concretamente la propria vita per il bene della famiglia! Pensiamo a questo: quanti sacerdoti, frati, suore svolgono con generosità il loro servizio per il regno di Dio! Quanti giovani rinunciano ai propri interessi per dedicarsi ai bambini, ai disabili, agli anziani… Anche questi sono martiri! Martiri quotidiani, martiri della quotidianità!”.
Poi, l’ardore di Papa Francesco si placa e il suo parlare si adegua all’andamento più sommesso della recita dell’Angelus. Ma è solo una pausa prima dell’ultimo affondo, l’eco che vuole lasciare un solco perché nessuno dimentichi:
“Ricordatevi bene: non abbiate paura di andare controcorrente! Siate coraggiosi! E così, come noi non vogliamo mangiare un pasto andato a male, non portiamo con noi questi valori che sono avariati e che rovinano la vita e tolgono la speranza. Avanti!”.
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