Ricorre oggi, 22 ottobre, la memoria di San Giovanni Paolo II, papa dei giovani!
Se dico "Giovanni Paolo II", probabilmente a molti di voi, giovani di oggi, non viene in mente nulla di concreto. Forse una vecchia foto, un nome che avete sentito a scuola o in chiesa. Ma dietro quel nome c’è la storia di un uomo che, prima di diventare papa, è stato uno di noi. Ha vissuto le difficoltà della giovinezza, la ricerca del senso della vita, le domande profonde sull’amore e sull'affettività. E, da papa, ha parlato proprio ai giovani e del loro mondo.
Karol Wojtyła, il vero nome di Giovanni Paolo II, nasce in Polonia nel 1920. La sua infanzia e adolescenza non sono state facili: perse la madre quando aveva solo 9 anni, il fratello poco dopo, e suo padre morì quando era appena ventenne. Nonostante questo dolore, Karol trovò la sua forza in Dio e negli amici. Amava il teatro, la poesia, lo sport, soprattutto lo sci e il calcio. Era un giovane pieno di vita, che cercava di godersi ogni momento anche quando il mondo attorno a lui cadeva a pezzi.
Infatti, la sua giovinezza fu segnata dall'orrore della Seconda Guerra Mondiale. La Polonia fu invasa prima dai nazisti e poi dai sovietici. Karol vide la violenza e la morte attorno a sé, ma non si fece scoraggiare. Lavorò in una cava di pietra per sostenersi e, nel frattempo, studiava in segreto per diventare sacerdote. La guerra lo aveva portato a comprendere che la risposta alla sofferenza umana non poteva essere la violenza, ma l'amore.
Quando nel 1978 Karol Wojtyła fu eletto papa con il nome di Giovanni Paolo II, molti si chiedevano chi fosse quel giovane (aveva solo 58 anni, una rarità per un papa!). Subito si capì che sarebbe stato diverso: un papa che non aveva paura di avvicinarsi alle persone, di parlare con i giovani e di ascoltarli.
Giovanni Paolo II credeva profondamente che i giovani fossero il futuro della Chiesa e del mondo. Per questo, volle incontrarli di persona, dando vita alle Giornate Mondiali della Gioventù (GMG), grandi incontri internazionali dove giovani di tutto il mondo si ritrovano per pregare, riflettere e celebrare insieme. Durante questi eventi, Giovanni Paolo II parlava con una passione e un entusiasmo che riusciva a toccare il cuore di chi lo ascoltava. Amava dire ai giovani: "Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!". Un invito a non nascondere la propria fede e a vivere con coraggio.
Uno degli insegnamenti più profondi di Giovanni Paolo II riguarda l'amore e l'affettività, temi centrali per i giovani. Parlava di questi argomenti non in modo superficiale o moralistico, ma con grande rispetto e profondità. Credeva che l’amore tra un uomo e una donna fosse qualcosa di meraviglioso, un dono di Dio, ma anche una responsabilità.
Nella sua Teologia del corpo, una serie di insegnamenti rivoluzionari sulla sessualità e l’amore umano, Giovanni Paolo II spiegava che il corpo umano non è solo un “involucro”, ma esprime la persona e la sua capacità di amare. Diceva che l'amore vero è fatto di dono di sé, rispetto reciproco e impegno. Non è solo un'emozione passeggera o un desiderio egoistico. Questo messaggio è particolarmente attuale oggi, in un'epoca dove spesso l'affettività è ridotta a consumismo o a relazioni senza profondità.
Cosa rendeva Giovanni Paolo II così speciale? Probabilmente il suo legame profondo con Dio e la sua umanità. Pregava molto e confidava in Maria, alla quale era profondamente devoto. La sua forza veniva anche dall'amore per le persone, soprattutto per i giovani. Amava dire che i giovani non sono solo "il futuro", ma il presente della Chiesa e del mondo. Credeva in voi, nei vostri sogni e nella vostra capacità di fare grandi cose.
Cosa possiamo imparare da Giovanni Paolo II? Forse che, anche nelle difficoltà, è possibile vivere con speranza e coraggio. Che l'amore, quando è vero, cambia tutto. E che non dobbiamo avere paura di metterci in gioco e di cercare qualcosa di più grande nella vita, proprio come lui ha fatto.
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Redazione Donboscoland
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