"C'era profumo di pane e di bucato, di stoffe e di aromi mattutini, di letti da rifare e stoviglie da maneggiare. In quella casa stavano gli arnesi semplici di tutti i giorni...". L'omelia della Domenica di don Marco Pozza.
Quella voce era stata simile ad un dolce arpeggio, come di perle gettate su un metallo prezioso: “Ave, Maria, straripante di grazia: il Signore è con te”. C'era profumo di pane e di bucato, di stoffe e di aromi mattutini, di letti da rifare e stoviglie da maneggiare. In quella casa stavano gli arnesi semplici di tutti i giorni: le stoffe sul lettuccio, i rotoli, il lume con la piccola brocca vicino, rami di pesco e rami di pero. C'era il profumo e il sospetto di una giornata qualsiasi quel mattino a Nazareth. Invece toccò a Maria, anonima donna di periferia, sperimentare in anteprima ciò che i discepoli sperimenteranno fra qualche anno: puoi anche sapere dove incontri Cristo ma non saprai mai dove Lui ti condurrà dopo averLo incontrato. L'unica cosa certa è che quella casa, modesta come chi vi abita, fra poco diventerà troppo piccola per contenere il gaudio di una promessa dilagante - “sarai madre dell'Altissimo” -; di una sorpresa che un piccolo cuore di donna, fosse anche quello della (Ma)donna, non può contenere.
La sua ferialità intrigò pure l'Eterno che la Sua donna se la scelse proprio da là: dai rioni popolari, pieni di sudore e impregnati di concime. Dai quartieri bassi, dove i tuguri dei poveri, se rimangono ancora in piedi, è perchè si appoggiano a vicenda (liturgia della Solennità dell'Immacolata Concezione di Maria). L’ha scoperta lì, in mezzo alla gente, e se l’è fatta sua. Non c’erano trucchi spirituali! “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”: nessun Giusto aveva mai goduto di un simile saluto. E' il più eclatante che sia mai stato indirizzato dal cielo alla terra: è sbalordimento completo per l’umile fidanzata del carpentiere Giuseppe. Tanto che deve intervenire direttamente il Cielo per reggerla: “non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio”. Ma come può una ragazza portare il peso di una tale scommessa senza subirne le vertigini? Tra l'altro i conti non Le tornano: “non conosco uomo. Com'è possibile?”. Ci sono giorni nei quali anche il Cielo prova le vertigini: non ci sta ad essere presa in giro, racconta a quell'Angelo di passaggio la sua fatica d’essere rimasta vergine, l'umile appartenenza al rango dei semplici di cuore. Quest’istante poteva bloccare lo scorrere dell’Eterno nel tempo. Non devono essere stati attimi di serenità per l’Eterno. La prima volta che Maria apre bocca, il Cielo trema: pronuncerà cinque frasi e una canzone (il Magnificat). Tanto basta per aver fatto di Lei la donna più sensuale e sensata della storia.
L’Angelo ha consegnato tutto il suo messaggio: nulla più è in suo potere, anche lui deve aspettare. Mi piace pensare che in quell’istante Maria abbia udito salire le suppliche angosciate di un mondo che attendeva quest’ora da millenni. E Lei lì, tutta china nello scrutare questo strano itinerario propostole, a immaginare a fondo tutti gli obblighi annessi e connessi. Per poi intuire che il cumulo di sofferenze che l'aspetteranno sarà proporzionato alla grandezza del titolo e della missione. E' la resa di Maria, l'esatto opposto della rassegnazione: chi si rassegna decide di morire, chi si arrende a Lui diventa Cielo. “eccomi, sono la serva del Signore. Sia fatto di me secondo la tua parola”. Libera Donna in libero Cielo: questa splendida creatura non si è lasciata espropriare della sua libertà neppure dal Creatore. Ma dicendo “eccomi” si è abbandonata a Lui con una libertà così grande da far si che l’Angelo abbia fatto ritorno in cielo recando al Signore un annuncio non meno gioioso di quello che aveva portato sulla terra nel viaggio di andata. Nulla era più scontato di quel sì; nulla fu più materno di quel cenno di capo arrecato da una sconosciuta Donna di Periferia.
Il giorno dopo Maria, donna feriale, riprese il lavoro quotidiano. S’intrufolò nella fila delle donne che andavano alla fontana, senza che alcun cenno lasciasse supporre alle compagne che nel suo seno tesseva l’Infinito. Forse solo il sorriso aveva una gravità che non si era mai vista. Fra poco l'attenderà la sua prima processione: direzione Ain-Karin, al civico di Zaccaria ed Elisabetta. Perchè quando tu apri la tua porta a Dio non avrai più nessuna casa. Solo Lui.
don Marco Pozza
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