Fa discutere l'intenzione del governo britannico di concedere il via libera alla fecondazione in vitro per la procreazione umana mediante l'utilizzo del Dna di tre genitori diversi. A motivare tale scelta l'intenzione di evitare possibili patologie genetiche.
del 29 ottobre 2013
Fa discutere l’intenzione del governo britannico di concedere il via libera alla fecondazione in vitro per la procreazione umana mediante l’utilizzo del Dna di tre genitori diversi. A motivare tale scelta l’intenzione di evitare possibili patologie genetiche. In segno di dissenso 34 membri dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa hanno sottoscritto una dichiarazione formale nella quale si denuncia il carattere eugenetico di tale pratica e la violazione delle normative internazionali.
Tre genitori biologici per evitare la trasmissione ai figli di circa 150 malattie ereditarie causate dai difetti dei mitocondri, ovvero le centrali energetiche delle cellule, della madre. Il governo britannico, con il placet dell’Hfea l’autorità che si occupa di fecondazione ed embriologia, porta all’attenzione del Parlamento il progetto che prevede la produzione in laboratorio di embrioni attraverso il materiale genetico di due genitori, fatta eccezione per una piccola parte del Dna mitocondriale danneggiato della madre sostituito con quello di una donatrice sana. Il trattamento per il momento è pensato per i genitori che hanno un’alta probabilità di far nascere figli con la distrofia muscolare. La notizia, poco diffusa, ha suscitato l’indignazione di 34 membri dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa che in una dichiarazione formale parlano di pratica eugenetica. Critiche anche dalla comunità scientifica. Il presidente dei Giuristi per la Vita Gianfranco Amato:
"La prestigiosa rivista Science ha definito la conclusione cui giunta l’Hfea incompleta e infondata. Tra l’altro, è stata la stessa Food and Drug Administration americana che ha proibito questo tipo di procedure dieci anni fa visto che a una prima sperimentazione era seguito un numero elevato di malformazioni e di conseguenti aborti".
Tale pratica contrasta con le normative internazionali (Dichiarazione Universale sul Genoma e i Diritti Umani dell’UNESCO, Convenzione sui Diritti Umani e la Biomedicina, Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea) che definiscono «contrari alla dignità umana gli interventi sulle cellule germinali”, vietano “qualunque pratica eugenetica” e “qualsiasi intervento finalizzato alla modifica del genoma umano dei discendenti”. Senza considerare poi le conseguenze sotto il profilo antropologico che la creazione di bambini geneticamente modificati comporterà. Ancora Gianfranco Amato:
"Rischiamo di creare una sorta di 'super razza' destinata a soppiantare nel futuro questi umani di serie b che finora conosce la nostra civiltà. Ci sarà uno sconquasso rispetto alla rete parentale che la nostra civiltà conosce da migliaia e migliaia di anni".
Paradossale che da una parte si approvino sperimentazioni di questo tipo e dall’altra si sollevino muri di fronte ad alimenti geneticamente modificati:
"Qui ha perfettamente ragione, perché ricordo che durante quelle polemiche volarono anche delle parole grosse. Si parlò di aberrazione contro natura, qualcuno addirittura parlò di stupro dell’ordine naturale del Creato! Sarebbe interessante … Chissà cosa pensano questi estremi difensori dell’ordine naturale del Creato e di quello che il governo britannico intende fare rispetto alla natura umana".
Tratto da: http://www.radiovaticana.va
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