Iniziare la GMG tenendo d'occhio la fine

E domani? In famiglia, a scuola, all'università, nel mondo del lavoro, per strada, sui mass media, la coerenza della fede verrà messa spesso a dura prova e tentata.

Iniziare la GMG tenendo d'occhio la fine

 

Chi ha ricevuto una bella notizia vuole subito gridarla al mondo! Così è dell’incontro con Gesù, che non può essere tenuto per sé per paura, per comodità, per gelosia. La fede va raccontata con la vita, nella quotidianità, nella gioia, con gesti semplici e concreti, sempre pronti a qualcosa di più grande! Sarà così anche per i partecipanti alla Giornata Mondiale della Gioventù di Rio o sarà solo una bella parentesi estiva? Papa Benedetto XVI ha detto nella messa conclusiva della GMG di Madrid: «Da questa amicizia con Gesù nascerà anche la spinta che conduce a dare testimonianza della fede negli ambienti più diversi, incluso dove vi è rifiuto o indifferenza. Non è possibile incontrare Cristo e non farlo conoscere agli altri. Quindi, non conservate Cristo per voi stessi! Comunicate agli altri la gioia della vostra fede. Il mondo ha bisogno della testimonianza della vostra fede, ha bisogno certamente di Dio. (…) Anche a voi spetta lo straordinario compito di essere discepoli e missionari di Cristo».

Esperienze forti come la GMG hanno cambiato la vita a molti, così come altri sono rimasti indifferenti. Spesso è il quotidiano che prende un sapore diverso senza bisogno di gesti eclatanti: la partecipazione alla messa, la vita nella comunità di riferimento, l’accostarsi ai Sacramenti, la preghiera, la lettura del Vangelo, la conoscenza della Dottrina della Chiesa e dei discorsi del Papa, il servizio per i più deboli, non sono più visti come un obbligo bensì come il frutto del desiderio e dell’amore. L'esperienza di comunione, l'incontro con Cristo, la presenza di Papa Francesco di certo infiammeranno il cuore dei giovani, ma anche chi seguirà da casa potrà essere coinvolto se disporrà il cuore all'ascolto. A scuola o all'università, quando si è interrogati da un professore, la risposta giusta non serve a compiacere il docente, ma a ottenere un buon voto. Quando si è interrogati dalla fede e dal Vangelo, la risposta positiva non solo tornerà per un bene maggiore, ma sarà anche per la maggior gloria di Dio.

La miglior risposta da dare a Gesù è: “Eccomi”! Due anni di preparativi tra una GMG e l'altra, ormai gli ultimi aspetti da curare, ma l'inizio è imminente. Saranno giorni intensi, tanto che la settimana sembrerà volare e poi? E domani? In famiglia, a scuola, all’università, nel mondo del lavoro, per strada, sui mass media, la coerenza della fede verrà messa spesso a dura prova e tentata. Si rischierà di cadere, come schiacciati, si vorrà fuggire, ma la croce è sempre là a ricordare che, se Gesù è morto e risorto per la salvezza degli uomini, se muoiono molti martiri ancor oggi per il Vangelo, anche oggi chi è di Cristo può resistere e dare testimonianza.

Papa Francesco, prima di partire ha detto durante l'Angelus: «Tutti coloro che vengono a Rio vogliono sentire la voce di Gesù, ascoltare Gesù: “Signore, che cosa devo fare della mia vita? Qual è la strada per me?”. Anche voi (...) fate la stessa domanda al Signore: “Signore Gesù, che cosa devo fare della mia vita? Qual è la strada per me?”».

 

 

Marco Pappalardo

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