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La preghiera missionaria dell'11 del mese

Come consiglia Don Tonino Bello gli auguri non possono limitarsi ad essere innocui, formali, imposti da routine di calendario...


La preghiera missionaria dell’11 del mese

 

Come consiglia Don Tonino Bello gli auguri non possono limitarsi ad essere innocui, formali, imposti da routine di calendario - “Buon Natale” o “Buon Anno” - senza arrecare disturbo, senza infastidire, senza essere scomodi. L’invito che ci fa Gesù è quello di ripartire dagli ultimi, dal prendersi la responsabilità dei fratelli e di lavorare ogni giorno per costruire la pace. Usiamo questa preghiera missionaria per riflettere ma anche per iniziare a camminare assieme per la costruzione di un mondo migliore.

 

A dire il vero non siamo molto abituati a legare il termine PACE a concetti dinamici. Raramente sentiamo dire: “Quell’uomo si affatica in pace”, “lotta in pace”, “strappa la vita coi denti in pace”... Più consuete, nel nostro linguaggio, sono invece le espressioni: “Sta seduto in pace”, “sta leggendo in pace”, “medita in pace” e, ovviamente, “riposa in pace”.

La pace, insomma, ci richiama più la vestaglia da camera che lo zaino del viandante. Più il comfort del salotto che i pericoli della strada. Più il caminetto che l’officina brulicante di problemi. Più il silenzio del deserto che il traffico della metropoli. Più la penombra raccolta di una chiesa che una riunione di sindacato. Più il mistero della notte che i rumori del meriggio. Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista. Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno. Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo. La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia. Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio. Rifiuta la tentazione del godimento. Non tollera atteggiamenti sedentari. Non annulla la conflittualità. Non ha molto da spartire con la banale “vita pacifica”. Si, la pace prima che traguardo, è cammino.

E, per giunta, cammino in salita. Vuol dire allora che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi, i suoi percorsi preferenziali ed i suoi tempi tecnici, i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste. Se è così, occorrono attese pazienti. E sarà beato, perché operatore di pace, non chi pretende di trovarsi all’arrivo senza essere mai partito, ma chi parte. Col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista, anche se mai - su questa terra s’intende - pienamente raggiunta.

 

Don Tonino Bello

 

La Preghiera: Preghiera del Pakistan

Padre nostro! Tu sei il Dio della pace.

Tutti gli uomini sono tuoi.

Eppure nel mondo c’è tanto scompiglio, tanto odio.

Molti sono coloro che debbono lasciare la patria.

Si trovano sulla via dell’esilio,

in guerra, affamati, ammalati.

Vengono uccisi, perchè altri possano continuare

ad essere potenti.

Gli innocenti soffrono, muoiono.

Io non capisco, Signore.

Che cosa posso fare?

Eppure Tu hai promesso la pace.

L’hai promessa a tutti gli uomini di buona volontà.

Ma chi ha buona volontà quando si tratta degli altri?

Tu hai chiamato tutti a lavorare per la pace,

ma a noi manca spesso la buona volontà per farlo.

Forse devo cominciare da me stesso, in famiglia.

Devo, voglio impegnarmi anche se non è facile.

La pace comincia sempre dal poco, poi cresce e si propaga.

La pace comincia da me, da uomo a uomo.

Rendici messaggeri di pace, Signore,

affinché non debbano più soffrire degli innocenti.

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