Papa Giovanni Paolo II disse queste parole durante un'udienza del '93...
“Non vos me elegistis sed ego elegi vos”. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi.
Con queste parole vorrei incominciare la catechesi che si trova in un grande ciclo di catechesi sulla Chiesa. In questo grande ciclo si trova la catechesi sulla vocazione al sacerdozio. Le parole che Gesù ha detto agli apostoli sono emblematiche e si riferiscono non solamente ai Dodici, ma si riferiscono a tutte le generazioni delle persone che Gesù Cristo ha chiamato attraverso i secoli. Si riferiscono in senso personale ad alcuni: parliamo della vocazione sacerdotale, ma pensiamo, allo stesso tempo anche alle vocazioni alla vita consacrata, maschile e femminile. È un problema centrale per la Chiesa, per la fede, per il futuro della fede in questo mondo: le vocazioni. Le vocazioni, ogni vocazione è un dono di Dio secondo queste parole di Gesù. Io ho scelto voi. Allora è una scelta, una elezione di Gesù che tocca sempre la persona, ma questa persona vive in un certo contesto di famiglia, di società, di civiltà, di Chiesa. Allora, la vocazione è un dono, ma è anche la risposta a questo dono. Come ciascuno di noi come il chiamato, il prescelto, sappia rispondere a questa chiamata divina dipende da molte circostanze, dipende da una certa maturità interiore della persona, dipende da quella che è detta collaborazione con la Grazia di Dio.
Saper collaborare, saper ascoltare, saper seguire. Sappiamo bene, ci ricordiamo, che Gesù a quel giovane nel Vangelo ha detto: “Seguimi”. Saper seguire, e quando si segue allora la vocazione e matura, la vocazione si realizza, si attualizza. E questo è sempre per il bene della persona e della comunità.
La comunità, da parte sua, deve anche saper rispondere a queste vocazioni che nascono dentro i suoi ambiti. Nascono nella famiglia, e deve saper collaborare con la vocazione la famiglia. Nascono nella parrocchia, e deve saper collaborare con la vocazione la parrocchia. Sono gli ambienti della vita umana, dell’esistenza: ambienti esistenziali.
La vocazione, la risposta alla vocazione, dipende in altissimo grado dalla testimonianza di tutta la comunità, della famiglia, della parrocchia. Sono le persone che collaborano alla crescita delle vocazioni. Sono i sacerdoti che, con il loro esempio, attirano i giovani e facilitano la risposta a questa parola di Gesù: “Seguimi”. Coloro che hanno ricevuto la vocazione devono saper dare un esempio di come si segue.
Nella parrocchia oggi sempre più si vede che alla crescita delle vocazioni, all’opera vocazionale, contribuiscono specialmente i Movimenti e le Associazioni. Uno dei Movimenti, o piuttosto Associazioni, che è tipico della parrocchia, è quello dei chierichetti, dei ministranti.
Questo serve molto alle future vocazioni. Così era in passato. Molti sono diventati sacerdoti essendo prima chierichetti, ministranti. Anche oggi serve, ma si devono sperimentare le diverse strade, le diverse – possiamo dire – metodologie: come collaborare con la chiamata divina, con la scelta divina, come compiere, contribuire a compiere, queste parole di Gesù: la messe è grande, ma gli operai sono pochi. E questo è vero. È sempre grande la messe, sempre gli operai sono pochi, specialmente in alcuni paesi.
Ma dice Gesù: pregate per questo il Signore della messe. Allora, per tutti noi, senza eccezione, resta soprattutto il dovere della preghiera per le vocazioni. Se ci sentiamo coinvolti nell’opera redentrice di Cristo e della Chiesa, dobbiamo pregare per le vocazioni. La messe è grande.
Sia lodato Gesù Cristo!
Giovanni Paolo II
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