Alla vigilia del Triduo Pasquale una giornata di digiuno e preghiera per il Paese nuovamente messo in ginocchio...
del 10 aprile 2017
Alla vigilia del Triduo Pasquale una giornata di digiuno e preghiera per il Paese nuovamente messo in ginocchio...
Una giornata di digiuno e di preghiera per la Siria da celebrare mercoledì 12 aprile, alla vigilia del Triduo Pasquale. È la proposta lanciata da Caritas Italiana e Pax Christi per il martoriato Paese nuovamente messo in ginocchio dall’attacco chimico dei giorni scorsi a Idlib e dall’assalto missilistico di ieri da parte degli Usa.
Sarà una Giornata «per non dimenticare, per vivere la passione e la croce di tanti innocenti nel mistero della Passione di Cristo, nella luce della Speranza della Pasqua», si legge nel comunicato congiunto delle due associazioni. Una giornata «per evitare - raccogliendo le ripetute sollecitazioni di Papa Francesco - che anche nel nostro cuore ci sia scritto: “a me che importa?”».
«Ogni guerra - proseguono Caritas e Pax Christi - è crimine, follia, suicidio dell’umanità, avventura senza ritorno». «Stiamo e restiamo dalla parte delle vittime non solo per aiutarle a sopravvivere alla guerra, ma anche a costruire un futuro durevole di pace basato sulla cultura della nonviolenza. Solo grazie ai giovani, la nonviolenza potrà finalmente tornare a sbocciare nella sofferente nazione siriana». «Così come stiamo e restiamo dalla parte delle vittime in Congo, in Sud Sudan, in Yemen dove i bombardamenti avvengono anche con armi italiane».
Nel comunicato si ricorda la strage di Idlib, in Siria, costata la vita ad oltre 70 persone, tra cui almeno 25 bambini. «Si è parlato di uso di armi chimiche, di gas. Sappiamo che in guerra la verità è la prima vittima, ma chiediamo a gran voce che sia appurata», affermano le associazioni. Al contempo, chiedono «un deciso impegno a porre fine a questa follia, evitando il rischio reale dell’assuefazione e rassegnazione di fronte ad una “terza guerra mondiale combattuta a pezzi”». Di qui un invito alla preghiera per le vittime, «ma anche all’indignazione contro la guerra e le armi, comprese quelle nucleari».
Redazione La Stampa / Vatican Insider
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